Farmaci indisponibili e export parallelo, ecco le segnalazioni dei cittadini
17/12/2018
La non disponibilità dei farmaci è un problema sempre più sentito: dal XXI Rapporto Pit Salute, presentato settimana scorsa da Cittadinanzattiva, risultano in aumento le segnalazioni, all'interno della macro area dell'assistenza farmaceutica, da parte dei pazienti, che passano dal 24,2% del 2106 al 28,2% nel 2017. A essere interessata, nel 42,6% dei casi, è l'assenza del medicinale in farmacia: un dato che, per quanto in diminuzione rispetto al 2016 (50%), rimane comunque significativo. In generale, si legge nel Rapporto, «l'assistenza farmaceutica costituisce ancora una criticità per il Servizio Sanitario Nazionale, rappresentando il 3,4% delle segnalazioni sul totale degli ambiti trattati, pur mostrando per il 2017 un lieve decremento rispetto allo scorso anno (4,2% nel 2016)». I cittadini «si confrontano con costi elevati, indisponibilità dei farmaci sul territorio e in ospedale, tempi di accesso e di erogazione del medicinale spesso troppo lunghi, in particolare per le terapie innovative "ad alto costo", limiti di budget a livello aziendale e regionale che impediscono l'accesso ai farmaci in modo tempestivo».
Ma, in riferimento alla classe di farmaci, «salta all'occhio che, rispetto al 2016, risultano in aumento di 7 punti percentuali le segnalazioni relative ai farmaci in classe H, medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale che sono dispensati in ambito ospedaliero, o dalle farmacie ospedaliere o "per conto" per il tramite delle farmacie territoriali». A ogni modo, nel dettaglio della categoria della "non disponibilità", questa si colloca al secondo posto per segnalazioni - dopo le difficoltaÌ di accesso delle nuove terapie per il trattamento dell'epatite C (30,4%). «Un fenomeno» sono le riflessioni contenute nel Rapporto «che può essere collegato a fattori di produzione, a problemi regolatori o al fenomeno della c.d. esportazione parallela, una prassi che sta seriamente minando il diritto alla salute di una buona fetta di malati, soprattutto gravi, poiché sta interessando numerosi farmaci salva-vita come alcuni chemioterapici». All'interno della non disponibilità, a ogni modo, come abbiamo visto, il 42,6% delle segnalazioni riguarda l'assenza del medicinale in farmacia, seguito dai «ritardi nell'erogazione dei farmaci ospedalieri, a cui fanno riferimento il 30,6% delle segnalazioni: un fenomeno, in aumento, che è fortemente legato al contenimento dei budget ospedalieri per la farmaceutica. Le segnalazioni ci raccontano che in molti ospedali i farmaci, spesso quelli ad alto costo, non arrivano in corsia o arrivano in ritardo rispetto alle esigenze dei pazienti».
La legge di Bilancio 2017 «ha previsto l'istituzione di un Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi non oncologici e uno per gli oncologici», eppure «dal Monitoraggio AIFA della spesa farmaceutica nazionale regionale relativo al periodo gennaio-dicembre 2017, si eÌ constatato come le risorse individuate non siano state interamente utilizzate». Ma un altro problema di accesso segnalato, «per il 16,4% dei casi, riguarda il ritiro dei farmaci dal mercato, dato in aumento rispetto al 2016 (13,3%%). Questa problematica può essere collegata all'esistenza di reazioni avverse registrate dagli organi di farmacovigilanza o per decisioni da parte delle aziende farmaceutiche che in alcuni casi non trovano più conveniente produrre un determinato farmaco. Il 10,4% delle segnalazioni riguarda invece la non commercializzazione in Italia di alcuni farmaci. Il dato in questo caso eÌ stabile rispetto all'anno precedente. I problemi riguardano per lo più i tempi lunghi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni all'importazione oppure i tempi lunghi previsti per l'autorizzazione all'immissione in commercio in Italia».
Infine, in riferimento alle aree terapeutiche su cui si segnalano carenze, «è interessante notare come l'epatologia mantenga invariato il primo posto nelle segnalazioni da parte dei cittadini, con il 28,2% nel 2017. Questo dato non sorprende dal momento che l'area più critica nell'accesso ai farmaci riguarda, come abbiamo visto, i farmaci per il trattamento dell'epatite C. Invece, aumentano le segnalazioni che riguardano l'area oncologica con il 10,7%, anche in considerazione di nuove terapie innovative di recente immissione sul mercato. Seguono l'oculistica con il 10,6%, la neurologia con il 9,8%, la cardiologia con l'8,4%. Nel 2016, le prime posizioni erano occupate dalle aree della epatologia (26,3%), neurologia (12,7%), oculistica (11,0%), oncologia (8,9%)».