Pagliacci: tutelare ruralità. Mirone: supporto da distribuzione dei farmacisti. Rivendichiamo questa forza

10/09/2018


Le farmacie sono sempre liÌ, anche nelle frazioni con poche centinaia di abitanti, a garantire la dispensazione di farmaci, servizi sanitari, assistenza e rassicurazione a favore della popolazione che vi risiede, costituita per la maggior parte da anziani, per i quali le farmacie sono l'unico punto di riferimento. Sono parole importanti, quelle di Silvia Pagliacci, presidente Sunifar, che racchiudono il senso della capillarità del servizio e che sono state indirizzate, in una lettera di fine agosto, a Luigi di Maio, vice Premier e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, chiedendo un incontro. Un appello condiviso anche da Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che evidenzia il supporto che alla capillarità della rete arriva dalle società e cooperative di farmacisti, «perseguendo la vocazione di consegnare farmaci, prodotti e servizi in tutti i territori e a tutte le farmacie con lo stesso impegno e qualità, anche nelle situazioni di disagio. Questo spirito rappresenta la vera forza della categoria e una base per rivendicazioni di fronte alla parte pubblica, comprese quelle che riguardano il nuovo ruolo che la farmacia vuole assumere».

«Le farmacie rurali» spiega Pagliacci «cioè quelle che operano nei comuni con meno di 5.000 abitanti, sono quasi 7.000. Di queste, circa 4.700 sono rurali sussidiate, servono cioè comuni o centri abitati con meno di 3.000 abitanti e, per il fatto che operano in condizioni di disagio economico e sociale, dovrebbero ricevere dalle Regioni un sussidio economico che, peroÌ, in molti casi si riduce a un obolo di entità veramente ridicola. Nei comuni con meno di 1.500 abitanti operano circa 2.000 farmacie, queste siÌ veri avamposti dello Stato in paesi dove non eÌ presente nessun altro servizio pubblico e i titolari, professionisti laureati e costantemente aggiornati, hanno redditi inferiori a quelli di un lavoratore dipendente». Per questo, «la presenza di questi presidi sul territorio può essere, innanzitutto, sostenuta, ma poi anche valorizzata per permettere alla popolazione dei piccoli centri di usufruire di un servizio sempre più completo ed efficiente, anche nell'ottica di evitare lo spopolamento del territorio».

«La farmacia spesso è l'unico presidio rimasto e l'unico supporto per la parte più fragile popolazione» concorda Mirone. «Ruralità e capillarità sono garantite, oltre che dall'impegno e dalla volontà dei titolari e dei farmacisti che operano nelle zone disagiate, anche attraverso la distribuzione intermedia, che consegna farmaci, prodotti e servizi e rende possibile l'erogazione di assistenza al cittadino. Questa capacità di servire piccole farmacie nei piccoli centri è una caratteristica, in particolare, delle società e cooperative di farmacisti, che hanno sempre cercato di fornire il miglior servizio indipendentemente dal peso commerciale di ciascuna farmacia, anche quando questo rappresenta un costo. Da sempre le società e cooperative di farmacisti si sono interrogate su questo punto e la risposta è la tutela del servizio al cittadino, della capillarità dell'assistenza e della ruralità. La capacità di essere presenti con la stessa qualità in tutti i piccoli centri e per tutte le farmacie della rete è sostenuta proprio dalla vocazione, dallo spirito al servizio che le società e le cooperative di farmacisti sono in grado di dare perché è proprio lo spirito cooperativistico che permette di considerare tutte le farmacie allo stesso modo e tutte ugualmente da servire. La nostra peculiarità infatti è quella di arrivare dove altri non arrivano. E continueremo a farlo, perché crediamo nella necessità di avere una rete di farmacie strutturata sul territorio». D'altra parte, «questo rappresenta la vera forza della categoria e credo che sia anche un elemento e una leva da far valere nelle rivendicazioni nei confronti della parte pubblica. Anche nel momento in cui si cerca di ritagliare per la farmacia un nuovo ruolo, che proprio da una integrazione con la distribuzione di proprietà può trovare la sua massima espressione».