Capitale e galenica, Porretta: con concorrenza spinta per sinergie. Esperti: cooperative possono essere di supporto

25/02/2018


I cambiamenti che potrebbero essere innescati dalla Legge Concorrenza investiranno tanti campi e il rafforzamento dell'associazionismo potrebbe prendere pieghe a oggi non prevedibili, spostandosi da una iniziale spinta gestionale verso attività a più alto valore aggiunto per la farmacia: «È lecito pensare che in un prossimo futuro ci potranno essere movimenti per creare sinergie anche intorno alle attività della galenica, che rappresenta una delle maggiori direttrici di valorizzazione della farmacia, fino ad arrivare ad aprire una riflessione sulla attuale normativa, per farla evolvere verso esperienze di altri paesi in cui esiste una condivisione, all'interno del network, dei laboratori». È questa una delle riflessioni sviluppate da Giulio Cesare Porretta, docente di Tecnologia e Legislazione farmaceutica in occasione del convegno dedicato alla Nuova tariffa organizzato a Brindisi da Utifar e Ordine provinciale. «L'apertura al capitale già ora sta imprimendo una forte spinta all'associazionismo e, con l'ingresso di catene e grandi gruppi, si innescheranno cambiamenti, anche nel breve periodo, che oggi non siamo ancora in grado di prevedere».

Primo tra tutti una visione di assistenza e servizio che trascenda i confini locali. «La logica dell'associazionismo, nelle forme più evolute di come lo conosciamo oggi, tende a sviluppare una identità e una caratterizzazione dell'offerta legata al brand e meno al singolo presidio, pur nel rispetto delle caratteristiche locali. Si genereranno sinergie tra i presidi del network e una gestione di attività e servizi che andrà oltre confini regionali, provinciali o della singola Asl».

Oltre a questo, «è presumibile poi che da una visione dell'associazionismo inizialmente orientata ad aspetti più commerciali e gestionali si passerà man mano verso forme che coinvolgano in modo più profondo i servizi - da quelli di front end ai cognitivi -, fino ad arrivare ad approcci comuni e a modalità di fidelizzazione del paziente al brand». In questo quadro, «può inserirsi anche la galenica, che, oggi, rappresenta un punto di forza e di riconoscibilità della farmacia, un elemento di differenziazione, nonché un ambito, dalle grandi potenzialità, ancora da sviluppare e destinato a crescere. È lecito aspettarsi un interesse sul tema anche da parte di eventuali grandi gruppi che dovessero entrare nel nostro paese».

E in questo senso «non possiamo escludere che una linea evolutiva possa indirizzarsi verso quelle esperienze di altri paesi in cui si sono create sinergie nella produzione delle preparazioni galeniche magistrali con un accentramento delle attività di laboratorio. A oggi naturalmente la normativa in Italia è chiara e lega le preparazioni magistrali alla farmacia a cui si rivolge il paziente, ma non possiamo escludere che si possano generare pressioni anche nella direzione di una modifica del quadro legislativo. «Consideriamo il settore della galenica un settore di grande importanza per le farmacie» interviene Giancarlo Esperti, direttore generale Federfarma Servizi e direttore di F-Online, «perché permette di assicurare accesso all'assistenza farmaceutica per chi non trova risposta nel mercato dell'industria farmaceutica e per chi necessita di una personalizzazione della cura. Come rappresentanti delle Cooperative e delle società dei farmacisti sentiamo un impegno a sviluppare le conoscenze e le competenze del settore e a diffondere sul territorio la galenica. Le cooperative e società dei farmacisti già oggi rappresentano una spinta importante nel favorire iter culturali ed evoluzioni professionali, nell'aggiornamento e nella realizzazione di attività. Ma un punto di forza risiede anche nella loro capacità di mettere a disposizione strumenti, esperienze e competenze per una gestione del servizio su scala più ampia. E, per quanto ci riguarda, guardiamo con interesse a esperienze vigenti in altri paesi di valorizzazione delle preparazioni magistrali con condivisione delle attività fino ad arrivare al laboratorio. Anche in questo le cooperative potrebbero fare molto e rappresentare un punto di partenza, data anche la loro forza logistica, e un esempio del fare rete».