Da Federfarma Servizi appello a istituzioni: Leaf e nuova governance per far ripartire assistenza

28/03/2017


Razionalizzare e uniformare, su scala nazionale, i livelli di assistenza anche in campo farmaceutico è indispensabile per garantire l'universalità, l'equità e la qualità assistenziale al cittadino, anche attraverso una semplificazione della distribuzione farmaceutica, ma è anche la base per far decollare la farmacia 2.0. Questa è l'esigenza messa in luce da Federfarma Servizi, nel corso di FarmacistaPiù, che si è tradotta in un appello lanciato alle istituzioni. E «per realizzare l'obiettivo» spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, «strumento è la nostra attività al tavolo del Mise, dove la farmaceutica è in primo piano, e soprattutto il dialogo con gli altri soggetti della filiera». «La spesa sanitaria e farmaceutica in particolare» spiega Giancarlo Esperti, direttore generale di Federfarma Servizi, «è in costante crescita, in funzione di due emergenze: l'invecchiamento della popolazione e la conseguente cronicità. Lo Stato si è trovato costretto ad adottare alcune misure cautelative di risparmio, tra cui i ticket e la definizione di tetti di spesa». Tetti che spesso vengono usati «per capire fino a che punto e in quale misura si può concedere assistenza farmaceutica al cittadino». Così, «se, per esempio, a una Regione viene imposto un tetto di 100 euro, questa metterà in campo meccanismi per non andare oltre tale valore e, anzi, per risparmiare, inserendo presumibilmente nella Dpc specifici farmaci o spingendo per la distribuzione diretta». Un fenomeno, è l'allarme, che «sta generando disparità nei livelli di assistenza da Regione a Regione, da Provincia a Provincia, ma anche da Asl a Asl». Per questo «auspichiamo che vengano definiti dei LEAF, Livelli Essenziali di Assistenza Farmaceutica, così da garantire che l'offerta e la disponibilità dei prodotti siano presenti in eguale misura in tutte le farmacie del territorio». Necessaria poi, aggiunge Esperti, «una ottimizzazione delle risorse economiche, rivedendo e uniformando i due prontuari: quello farmaceutico ospedaliero e quello farmaceutico generale».
«Per raggiungere questo obiettivo di uniformità assistenziale» spiega Mirone, «occorre che i soci, le farmacie associate a Federfarma Servizi, uniscano i loro sforzi per rimettere al centro la farmacia, permettendo cioè che essa sia il luogo in cui fornire farmaci ma anche assistenza al cittadino, diventando un supporto per lo Stato nello svolgimento di alcune funzioni attualmente demandate in toto all'ospedale, gestendo la cronicità attraverso la presa in carico del paziente e monitorando l'aderenza alla cura».
D'altra parte, «a oggi ci sono molti cittadini, appartenenti ai ceti più deboli, che non potendosi curare perché impossibilitati a pagare i ticket, ricorrono con maggior frequenza all'ospedale e/o al pronto soccorso con costi notevoli per la spesa pubblica». Allora, l'augurio di Federfarma Servizi, conclude Mirone, «è che la politica possa accelerare quanto più possibile i processi per il raggiungimento di questi obiettivi, perché i cittadini hanno bisogno di uguaglianza e di prestazioni sociali in conformità con il welfare che deve tutelare e proteggere le fasce più deboli».