Farmaci, per gestire le discontinuità potenziare circolazione dei dati e ruolo del farmacista

24/01/2023


È necessario potenziare la possibilità per i farmacisti europei di utilizzare le proprie competenze e conoscenze per gestire i pazienti in caso di carenza dei medicinali, in modo da assicurare continuità nel trattamento - per esempio permettendo di sostituire il farmaco con alternative terapeutiche, secondo protocolli definiti o in un confronto con il prescrittore. In questa direzione, la condivisione di dati relativi alla salute dei pazienti tra farmacista e medico potrebbe essere di grande supporto. È questa una delle soluzioni invocate dal Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu) nella Survey pubblicata oggi che mappa la situazione tra le farmacie europee e che ha visto la partecipazione, tra il 14 novembre e il 31 dicembre 2022, di 29 Stati membri.

Negli ultimi dodici mesi il fenomeno dei medicinali mancanti è stato avvertito da tutti i Paesi membri e, contrariamente al trend dello scorso anno, la maggior parte dei rispondenti (75,86%) riferisce che la situazione è peggiorata, mentre per il 24,14% è rimasta stabile. Nessun Paese invece rileva un qualche miglioramento.

In Europa, sono molte le differenze che esistono rispetto alle misure che le farmacie di comunità possono mettere in campo per gestire la problematica. La sostituzione con un medicinale equivalente è una opzione disponibile nel 93,10% dei Paesi, ma una soluzione che può essere praticata, in termini di normativa, da molte regioni europee (62,07%) è la galenica, anche se esistono ancora barriere al ricorso a tali strumenti, determinando un aggravio di tempo nella risposta al bisogno di salute del paziente.
Un importante elemento che emerge dalla Survey riguarda la raccolta e circolazione delle informazioni: in 20 Paesi, pari al 68,97% dei rispondenti, viene riferita la presenza di sistemi di reportistica di carenze o indisponibilità che possono essere utilizzati dalle farmacie di comunità. In generale, i dati possono provenire dalle Agenzie del farmaco (75,86%), dalla distribuzione intermedia (65,52%), dall'industria (48,28%) e dalle organizzazioni dei farmacisti (27,59%).

In ogni caso, è di vitale importanza assicurare un miglioramento nella trasparenza e nella disponibilità di tali informazioni, spingere verso sistemi che permettano una rilevazione immediate e migliorare l'accesso ai dati da parte degli attori della filiera.