Austria: distributori, farmacie e medici dispensatori

22/11/2016


In Austria il grossista rappresenta la principale fonte di approvvigionamento di farmaci per le farmacie, tuttavia fino ad alcuni anni fa una percentuale non indifferente di medicinali, tra il 5% e il 6%, venivano consegnati direttamente dal produttore nelle mani del farmacista. Attualmente sul territorio ci sono circa 35 grossisti, dei quali 8 full-line. Di questi 3 colossi dominano l'80% del mercato nazionale e sono Herba Chemosan Apotheker-AG, Kwizda GmbH e Phoenix Arzneiwarengrobhandlung GmbH. La dispensazione all'utente finale, invece, avviene tramite farmacia per il 70% dei farmaci. Il restante 30%, in linea di massima, arriva al cittadino tramite gli ospedali. Tuttavia, un ruolo importante lo giocano anche i cosiddetti "medici dispensatori", la cui attività è particolarmente apprezzata nelle zone rurali, dove possono consegnare direttamente ai pazienti anche farmaci con obbligo di ricetta.

La vendita degli Otc, invece, deve avvenire in farmacia, eccezion fatta per un numero molto limitato di prodotti che sono acquistabili anche in altri negozi, in genere si tratta di integratori alimentari. Il territorio austriaco vanta oltre un migliaio di farmacie e altrettanti i medici che possono vendere farmaci. I prezzi dei medicinali sono generalmente inferiori alla media europea, con margini di guadagno per grossisti e farmacie nella media rispetto ai valori Ue. I margini ai distributori variano tra l'8.3% e il 14.9% per i prodotti non rimborsabili e tra il 6.5% e il 13.4% per i medicinali rimborsabili. I farmacisti, invece, hanno un margine variabile tra l'11.1% e il 35.5% sui prodotti non rimborsabili mentre sui medicinali passati dal Ssn il margine varia tra il 3.8% e il 25.1%. La tassazione sui farmaci è ridotta al 10% rispetto al Vat solitamente applicato agli altri prodotti (20%).

Fino ad alcuni anni fa il settore farmaceutico in Austria era fortemente regolamentato, tanto che suo tempo il Paese era stato bacchettato dalla Commissione europea a causa dell'incompatibilità delle restrizioni imposte dalla normativa sulle farmacie con la libertà di stabilimento garantita dall'articolo 43 del trattato CE. La Commissione aveva formalmente chiesto all'Austria di modificare la propria normativa in materia di stabilimento delle farmacie, contestando la norma che impediva ai cittadini non austriaci di gestire una farmacia aperta da meno di tre anni. Inoltre, la Commissione era in disappunto sulle limitazioni del numero di farmacie in funzione dei criteri demografici e topografici, sul divieto che impedisce ad ogni persona fisica o giuridica di avere più di una farmacia e al massimo una succursale legalmente considerata come parte di tale farmacia e sul divieto di aprire una farmacia in comuni nei quali non esiste uno studio medico.