Farmacie: dai modelli di proprietà agli incentivi per i presidi più fragili, i dati del rapporto Fip

26/07/2021


Lo scenario delle farmacie, a livello mondiale, è in costante evoluzione, soprattutto in riferimento all'accessibilità del servizio da parte dei cittadini e dei modelli applicati sul territorio. Rispetto al 2016, in particolare, a essere rilevato è un aumento del 12,1% nella densità media delle farmacie di comunità su 10.000 abitanti e dell'11,2% nel numero di presidi. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Fip, recentemente pubblicato, che si basa su una Survey condotta tra novembre 2020 e gennaio 2021 tra le organizzazioni rappresentative del settore di 118 Stati (di cui 79 rispondenti).

La situazione della proprietà delle farmacie

Tanti sono i punti presi in considerazione e, tra questi, un capitolo è dedicato alla proprietà delle farmacie. L'indagine, pur rilevando l'esistenza di modelli differenti tra un territorio e l'altro, mette in evidenza come quello più frequente, presente nell'86% dei territori, sia rappresentato dalla titolarità del farmacista individuale o da società in cui la maggioranza sia in capo alla componente professionale. Al secondo posto, ci sono le catene, diffuse in 57 tra i 79 Stati che hanno risposto al questionario (72%). Questo modello è presente in modo particolare in Svezia (97%) e Norvegia (88%). Tra i soggetti che possiedono farmacie sono indicati anche gli ospedali (in 36 nazioni, 56% dei rispondenti), mentre la proprietà pubblica è stata rilevata in 27 nazioni (34% dei rispondenti). In generale, nel 29% dei casi vengono comunque applicati meccanismi che, al di là della proprietà, riconducono la decisione finale alla componente professionale.
A livello normativo, viene rilevato che nel 71% dei casi non esistono vincoli per limitare la proprietà ai soli farmacisti. In alcuni Stati poi sono stati messi in evidenza meccanismi per evitare conflitti di interessi o modelli di integrazione verticale. La incompatibilità più diffusa riguarda i medici e i prescrittori in generale (53%), la distribuzione intermedia (37%) e i produttori (38%). Quanto al tetto al numero di farmacie per singolo proprietario, in molti sistemi normativi non è presente, ma esistono vincoli per evitare posizioni dominanti.


Capillarità garantita da regolamentazione e incentivi

Un'altra riflessione importante riguarda la capillarità dell'assistenza farmaceutica: il numero di Stati che non applica una regolamentazione (basata sul criterio demografico o geografico) dall'ultima rilevazione è diminuita dal 49% al 27% e questo dato suggerisce che la direzione evolutiva sta andando verso una maggior regolamentazione, soprattutto in relazione alle nuove aperture, anche se i meccanismi attraverso cui questo principio viene realizzato possono essere anche diversi rispetto a quelli più sopra indicati. Talvolta, laddove c'è una pianificazione territoriale, le farmacie di zone disagiate o meno popolose possono ricevere incentivi pubblici che garantiscano la sussistenza (15% dei rispondenti).