Accesso alle terapie, Pgeu: favorire collaborazione interprofessionale attraverso strumenti digitali

10/05/2021


Sicurezza, accesso immediato alle terapie da parte dei pazienti, collaborazione interprofessionale sono aspetti di cui le politiche europee e nazionali relative alla farmaceutica dovrebbero occuparsi per migliorare la salute dei cittadini e, in questo processo, un ruolo di primo piano va alle farmacie di comunità, che già oggi determinano in molti territori un importante impatto nella gestione delle carenze e, in generale, nell'assistere i pazienti, accanto ai medici.

È questo uno dei punti sottolineato dal Pgeu nella prima stesura del Position Paper destinato all'Unione Europea all'interno dei lavori di valutazione di impatto iniziale sulla proposta di revisione della legislazione generale dell'Ue sui medicinali, finalizzata a garantire un sistema normativo a prova di crisi e adeguato alle esigenze future. L'iniziativa - dopo la prima fase chiusa a fine aprile in cui sono stati ricevuti i commenti dagli stakeholder - avvierà, nel quarto trimestre, la consultazione pubblica.


Necessario occuparsi di carenze. Farmacie di comunità cardine

In particolare, per il Pgeu, uno degli obiettivi che dovrebbe essere messo in cima all'agenda politica europea è quello di prevenire e minimizzare l'impatto delle carenze e delle indisponibilità di medicinali. Tra le strategie proposte c'è anche quella di aumentare la trasparenza e la tempestività nelle comunicazioni tra stakeholder, con il coinvolgimento attivo, tra gli altri, dei farmacisti di comunità. D'altra parte, spiega il Pgeu, l'Indagine annuale sulle carenze (2020) ha messo in evidenza quanto l'incidenza di tale fenomeno sia elevata in tutta Europa e impatti in maniera significativa sulla qualità di cura dei pazienti. Un primo step, secondo il Pgeu, potrebbe essere quello di ampliare il ruolo dell'Ema, attraverso nuove risorse, implementando le attività di tipo legali, ma anche favorendo la sua capacità di raccolta e diffusione di dati e informazioni.


Occorre favorire modalità di comunicazione tra farmacisti e medici

Ma un ruolo di primo piano lo hanno le farmacie di comunità: le soluzioni già oggi messe in atto da questo asset per gestire le carenze hanno avuto, un po' in tutta Europa, importanti risultati, anche se, rileva il Pgeu, ci sono ancora troppe differenze tra gli Stati. Sarebbe cruciale, allora, favorire politiche in grado di allargare la sfera di azione delle farmacie di comunità in maniera uniforme in tutti i territori. Questo dovrebbe includere la possibilità per il farmacista, al fianco di medici e pazienti, di sostituire il medicinale e, laddove possibile, preparare specialità galeniche in caso di mancanza di alternative. Il processo di gestione del paziente alle prese con carenze di medicinali troverebbe, poi, giovamento dalla condivisione tra farmacisti e medici prescrittori di strumenti digitali, quali quelli relativi al fascicolo sanitario e al dossier farmaceutico, in modo che ne risulti accresciuta la capacità di collaborazione interprofessionale. Inoltre, sarebbe opportuno formulare sistemi di livello europeo in grado di redistribuire i medicinali verso quei territori che per varie ragioni, tra cui stati di crisi, ne siano maggiormente sguarniti. Di pari passo, sarebbe anche importante affiancare in maniera sistematica alla dispensazione delle terapie un'attività di corretta informazione sui farmaci.