Carenze, in Europa ancora troppe ricadute su pazienti. Necessario potenziare le informazioni
08/02/2021

Come ogni anno, il Pgeu pubblica il suo rapporto, formulato sulla base di un questionario a cui hanno risposto 26 Paesi, per mappare il fenomeno della carenza di farmaci. A emergere, nella edizione 2020, è che carenze di farmaci sono state sperimentate nelle farmacie di comunità in tutti i Paesi negli ultimi 12 mesi e che per il 65% dei rispondenti c'è stato un peggioramento rispetto al 2019. A essere interessate sono tutte le classi di medicinali, anche se dal 92% dei Paesi sono state indicate criticità sui cardiovascolari.
Tale fenomeno, però, viene sottolineato, comporta una serie di problematiche, in primis per i pazienti, ma anche per le farmacie: in particolare, per il 96% del campione la carenza è causa di angoscia e disagi, nell'80% determina una interruzione nel trattamento e in oltre la metà del campione viene segnalato un aumento della spesa privata come risultato dell'acquisto di alternative non rimborsate. Da parte delle farmacie viene poi segnalato l'impiego di diverso tempo per cercare di mitigare gli effetti della carenza (92%), una riduzione della fiducia dei pazienti (80%) e anche della soddisfazione del personale della farmacia (76%).
Tra le soluzioni che vengono proposte per gestire la carenza al primo posto viene indicata - dall'80% dei Paesi - la sostituzione con il generico, anche se tale opzione non è praticabile ovunque, e nel 50% l'importazione. Ma una delle criticità sottolineate dalle farmacie è anche il fatto che nel 23% dei Paesi non esista un sistema di reportistica che sia alimentato dai farmacisti, nonostante spesso siano proprio le farmacie a cogliere la problematica per prime tra i cittadini. La maggior parte delle informazioni sulle carenze, a ogni modo, arrivano principalmente dalle agenzie regolatorie (65%), dalle aziende (57%) e dai grossisti (50%).