Mur, Fip: ottimi risultati anche in farmacie di piccole dimensioni. Ecco come adattare il modello

11/01/2021


È ormai dimostrato che la Medicines use review (Mur), in modo particolare se condotta da farmacisti, è un servizio utile per promuovere la tutela dei pazienti, attraverso la gestione e la prevenzione di errori legati alle terapie e la riduzione di eventuali eventi avversi. Alla luce di questa premessa, i farmacisti sono chiamati ad assumere un ruolo più attivo e di maggiore responsabilità nell'implementazione e nella conduzione di tali servizi. A lanciare l'appello è la Fip, che, sui social e sul sito, ha rilanciato la guida operativa recentemente pubblicata sul tema dal titolo "Medicines use review: A toolkit for pharmacists".

È evidente, scrive la Fip, che tra le professioni sanitarie i farmacisti sono essenziali nel contrastare eventuali errori relativi alle terapie, grazie in particolare alla loro maggiore accessibilità e alla predisposizione al dialogo con i pazienti. D'altra parte, proprio le competenze farmacologiche, soprattutto in caso di politerapie, li mettono nelle condizioni di rilevare potenziali problematiche, supportare l'aderenza, ottimizzare l'utilizzo di farmaci, ridurre il rischio di errore, nonché di effetti collaterali.
Tale attività è stata sviluppata da vari Paesi in diversi setting assistenziali e, in particolare, in Spagna il follow up delle farmacie di comunità per un periodo di sei mesi ha ridotto di circa il 50% il numero dei pazienti che hanno richiesto visite in emergenza e di oltre il 50% il numero di quelli che sono stati ospedalizzati. Inoltre, soprattutto nel caso di politerapie, i farmacisti hanno avuto anche un impatto nella diminuzione del numero di medicinali per paziente e nell'utilizzo di soluzioni più appropriate.
Tuttavia, sottolinea la Fip, per un corretto funzionamento del Mur sono necessarie determinate condizioni. In particolare, è essenziale che il farmacista abbia accesso al dossier farmaceutico, con informazioni non solo sulle prescrizioni in corso, tra cui data di partenza e durata, ma anche su quelle precedenti, così come sulla storia clinica. Informazioni, va detto, che possono essere reperite sia attraverso piattaforme informatiche, file cartacei, ma anche intervistando il paziente.

Tra gli altri requisiti indispensabili, poi, c'è il tempo che il singolo farmacista può dedicare al paziente, che deve essere appropriato, così come una giusta remunerazione, tale da garantire la sostenibilità del servizio, e una collaborazione interprofessionale.
Ma dalla Fip viene fatta una riflessione: si tratta di condizioni che devono essere realizzate in tutti i setting assistenziali, incluse le farmacie di piccole dimensioni. Questo è un punto importante perché per la Fip tale elemento non rappresenta un limite, ma semplicemente un dato di cui tenere conto e attorno cui costruire le modalità organizzative del servizio. Laddove, per esempio, l'accesso alle informazioni del paziente non fosse possibile per via telematica, si potrebbe ovviare attraverso la raccolta di informazioni direttamente dal paziente e attraverso un approccio collaborativo con i medici prescrittori.