Farmacista vaccinatore, vantaggi da esperienze in Europa. Pgeu: Italia ripensi il suo no

23/11/2020


Sono otto i Paesi europei in cui a somministrare il vaccino antinfluenzale è il farmacista: Danimarca, Irlanda, Francia, Grecia, Norvegia, Svizzera, Regno Unito, Portogallo, con una sperimentazione avviata in alcune zone della Germania. E se, in molte realtà, la farmacia è sede vaccinale, pur con la presenza di altri operatori sanitari, come Croazia, Estonia, Finlandia e Paesi Bassi, non mancano esperienze, quali Irlanda, Estonia e Regno Unito, in cui in questi presidi si possono somministrare vaccini diversi da quello antinfluenzale, quali quello anti-pneumococco e per l'herpes zoster.

Questo il quadro emerso dall'intervento di Ilaria Passarani (nella foto), segretario generale del Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu), e Duarte Santos, presidente uscente, a FarmacistaPiù. E da Santos parte anche un appello all'Italia: «Ai cittadini, soprattutto in tema di salute, va garantito il diritto di scelta e la massima accessibilità a cure e vaccini, che può essere concretizzata soltanto nella prossimità e capillarità del servizio. Tenere fuori le farmacie dalla distribuzione e dalla somministrazione del vaccino antinfluenzale, soprattutto in un momento come l'attuale, è poco rispondente ai bisogni. Dai risultati delle esperienze avviate in Europa emergono, chiari, due aspetti: da un lato, questo modello permette un allargamento della copertura vaccinale considerevole e, dall'altro, il coinvolgimento delle farmacie non pesa sulle casse dello Stato, ma, anzi, libera risorse pubbliche, che possono essere allocate altrove. Oggi, in gioco, c'è una questione di sanità pubblica e credo che i farmacisti italiani siano oltremodo pronti a raccogliere la sfida».

«Le esperienze in tema di vaccini antinfluenzali in Europa sono molto varie», ha aggiunto Passarani «e ci sono sperimentazioni, anche legate all'emergenza sanitaria - in Irlanda per esempio - in cui il farmacista può somministrare il vaccino al domicilio dell'utente, nelle case di cura, presso aziende, in scuole, palestre o anche nella formula del drive-in. In questo Paese, in particolare, dove il coinvolgimento delle farmacie nel vaccino è partito dal 2011, c'è stato un aumento della copertura del 59,5% e anche la vaccinazione negli studi dei medici di base, grazie alla distribuzione capillare delle farmacie, è cresciuta del 27%. Nel Regno Unito grandi risultati sta dando il modello che vede la possibilità di vaccinarsi in farmacia senza appuntamento. Questo è sicuramente un passaggio che semplifica l'accesso al vaccino e aumenta l'aderenza della popolazione. Dalla Francia, poi, c'è stato un intervento dell'Ordine dei farmacisti, perché venga tenuto un registro di raccolta di dati, proprio a sostegno del ruolo del farmacista vaccinatore».