Il Pgeu disegna il ruolo della farmacia di comunità anche a favore dell'ambiente

02/12/2019


Si stima che circa l'8-10% delle sostanze farmaceutiche presenti nell'ambiente provenga da farmaci smaltiti in modo improprio: gettati nel gabinetto, nelle fognature, nei rifiuti domestici dai pazienti o persino dalle istituzioni mediche. Inoltre, tra il 30 ed il 90% delle dosi somministrate per via orale di una vasta gamma di farmaci comunemente usati, generalmente, viene escreta come sostanza attiva nelle urine e nelle feci. Un dato che può essere problematico se si considera che ancora troppo spesso non si conosce il potenziale impatto di un determinato farmaco sull'ambiente, cosiÌ come i collegamenti tra la presenza di antimicrobici nell'ambiente e lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica. Sono queste le premesse da cui parte il Pgeu nella Posizione Ufficiale sui farmaci nell'ambiente, approvata il 14 novembre, nella quale ritaglia un ruolo importante per le farmacie di comunità. «Come parte del loro ruolo di stakeholder impegnati a migliorare la salute pubblica» scrive infatti il Pgeu «i farmacisti territoriali considerano loro dovere consigliare i cittadini sia sulla salute sia sulla tutela dell'ambiente. Ciò include la consulenza sulla gestione, l'aderenza e lo smaltimento appropriati, nonché informazioni al pubblico sulla disponibilità di farmaci "più ecologici", laddove disponibili».
Infatti «i farmacisti territoriali condividono le crescenti preoccupazioni per gli effetti negativi che i farmaci possono causare all'ambiente e, di conseguenza, alla salute pubblica e agli animali. La tutela dell'ambiente contribuisce a salvaguardare la salute e la sicurezza delle generazioni future» In questo senso, «educare i cittadini in tutta l'UE può quindi determinare un cambiamento nei comportamenti che può fare una differenza sostanziale».

Tanti i punti sottolineati ma un focus è dedicato ai «piani di smaltimento e raccolta dei farmaci» secondo i quali «la maggior parte della popolazione europea può restituire farmaci scaduti o inutilizzati presso le farmacie territoriali, sebbene l'organizzazione e il finanziamento di tali attività sia diverso da Paese a Paese. Poiché le farmacie territoriali sono facilmente accessibili e frequentemente visitate dal pubblico, gli Stati membri dovrebbero garantire che, ove attuati, i piani di smaltimento e raccolta gestiti dalle farmacie siano adeguatamente finanziati al fine di utilizzare al meglio queste risorse. Oggi, ancora in troppi Paesi dell'UE, alle farmacie viene chiesto di autofinanziare questi sistemi, il che porta a un'insufficiente attuazione. EÌ a nostro avviso un approccio ingiusto e scorretto tenuto conto dei risultati positivi osservati nei Paesi in cui le farmacie sono finanziariamente sostenute per svolgere tale ruolo. Allo stesso tempo, eÌ altresì fondamentale che per determinati farmaci a forte rischio ambiente la quantità erogata corrisponda il più possibile alla durata del trattamento, per esempio ottimizzando le dimensioni della confezione, ciò al fine di ridurre la quantità residua di farmaci».