Passarani (Pgeu): Europa e Antitrust premono per deregulation ma farmacia risponde con servizi
25/03/2019
Se dalle Istituzioni Europee e dalle Autorità Garanti della Concorrenza, presenti nei vari Paesi, arriva una spinta verso la deregolamentazione del settore delle farmacie, che investe tanto l'istituto della proprietà, quanto quello della distribuzione geodemografica, va rilevata una tendenza, nei Paesi che più di altri si sono aperti al mercato, a mitigare gli effetti dell'apertura ai capitali. Mentre, al contempo, si sta sviluppando in maniera crescente, in tutta Europa, un movimento che punta a valorizzare i servizi ai pazienti, sempre più visti come strumento per ritrovare un equilibrio di sostenibilità per Ssn e farmacia. Sono queste alcune delle riflessioni proposte da Ilaria Passarani, segretario generale del Pgeu, che, nel corso del suo intervento agli Stati Generali della farmacia, ha fatto il punto sulla situazione dell'assistenza farmaceutica in Europa. «Oggi» spiega «in quasi la metà dei Paesi dell'Unione Europea è presente la riserva della proprietà delle farmacie al farmacista. Ma, anche laddove questo istituto è venuto meno, sono state previste fin da subito (o introdotte in un secondo tempo) misure per limitare la concentrazione delle farmacie. Sul fronte della distribuzione geo-demografica delle farmacie (quorum), poi, 19 Paesi dell'Ue contano su norme che la regolano, con Stati, come Francia, Spagna, Danimarca, in cui i paletti sono particolarmente rigidi. Va rilevato, tuttavia, che in quasi tutti i Paesi tali misure sono oggetto di attenzione delle Autorità Garanti per la Concorrenza e, in questo contesto, abbiamo timore che possano esserci cambiamenti nel prossimo futuro».
Ma, a fronte di questo scenario, «bisogna anche ricordare un fenomeno positivo che si è verificato negli ultimi 10 anni: in quei Paesi che hanno sperimentato forme più forti di deregolamentazione, come Ungheria, Estonia, Polonia, sono state, di recente, reintrodotte alcune limitazioni a tutela della farmacia di comunità, proprio perché si è sperimentato un abbassamento della qualità del servizio». Infine, c'è il caso del Portogallo, dove, di recente, «il nostro referente nazionale si è trovato a negoziare con il Governo per mitigare l'introduzione di misure di deregolamentazione relative alla vendita di farmaci da banco al di fuori delle farmacie, oltre che sulla proprietà. Sono stati ottenuti due risultati: la creazione di una categoria speciale di farmaci da banco che possono essere venduti unicamente in farmacia e una maggiore remunerazione dei servizi, in linea con l'esperienza tedesca».
Ma, conclude Passarani, «va detto che la focalizzazione delle farmacie sui servizi ai pazienti è un trend che osserviamo in tutti i Paesi europei. E, se, in parte, rappresenta una risposta ai problemi legati alla deregolamentazione, si tratta anche, più in generale, di una esigenza di dimostrare e comunicare il valore aggiunto della farmacia per i Sistemi sanitari, sempre più sotto pressione. A fronte di sistemi sanitari che cambiano, anche la farmacia sente di dover evolvere».