Vaccini, studio UK: accessibilità dipende da luogo e reminder. Farmacie e medici top per comodità

28/01/2019


Mancanza di un sistema che ricordi gli appuntamenti per i vaccini, orari del servizio e disponibilità in tempi brevi dell'appuntamento. Sono questi alcuni ostacoli all'accesso ai vaccini da parte degli adulti rilevati dagli operatori coinvolti nei programmi vaccinali dell'UK, tra cui anche i farmacisti di comunità, sulla base della loro esperienza. A evidenziarlo, il Report della Royal Society for Public Health (Rsph) britannica, "Moving the Needle. Promoting vaccination uptake across the life course", pubblicato il 24 gennaio. Obiettivo dell'analisi, condotta sia sui cittadini sia sugli operatori sanitari, è quella di rilevare l'accessibilità alle vaccinazioni e individuare eventuali barriere, in modo da mettere in campo azioni correttive.

L'indagine prende avvio dalla considerazione che, pur in presenza di programmi vaccinali avanzati, soprattutto rispetto ad altre realtà non soltanto europee, ci sono una serie di elementi, quali per esempio disinformazione e paura di effetti collaterali, che giocano un ruolo negativo nell'efficacia delle politiche messe in campo. Al riguardo, un tema di particolare importanza, che era stato sottolineato anche in passato, riguarda i social, ritenuti responsabili, in certi casi, della diffusione di informazioni non sempre validate dal punto di vista scientifico. Da qui l'invito per un coinvolgimento e un intervento da parte delle piattaforme stesse. Ma un altro aspetto interessante riguarda il vissuto degli operatori sanitari, tra cui i farmacisti di comunità, su quelle che i pazienti riferiscono essere le principali barriere per i pazienti all'accesso ai vaccini.

Al primo posto (71%), c'è la dimenticanza dell'appuntamento, ma un ruolo importante lo rivestono anche gli orari del servizio e, in generale, la disponibilità in tempi brevi dell'appuntamento (52%). Ma, secondo quanto riferiscono i pazienti stessi, anche il luogo in cui la vaccinazione può essere effettuata ha una sua influenza (per il 46% degli adulti del campione). In particolare, potersi recare presso il medico di medicina generale (95%) o in farmacia (90%) viene ritenuto particolarmente comodo. Su questo punto, secondo il rapporto, occorrerebbe ampliare il ventaglio di luoghi in cui è possibile ricevere vaccinazioni da parte di personale che fa capo al servizio sanitario, comprendendo per esempio anche luoghi di lavoro, postazioni mobili per vie e piazze cittadine, se non addirittura palestre.