Gianfrate, contro riduzione margine da distribuzione più riqualificazione e integrazione

29/01/2018


Le esigenze legate agli obblighi di servizio pubblico da parte dei grossisti e di consegne frequenti alle farmacie disegnano un modello di business con un margine netto piuttosto basso, e, in uno scenario evolutivo d'integrazione orizzontale e verticale, con nuovi e più costosi farmaci sempre più destinati all'ospedale, con politiche pubbliche di spesa contenitive e con l'innovazione tecnologica nella logistica e nella gestione, sarà sempre più necessario per la distribuzione intermedia sviluppare ulteriori competenze e collegamenti a valle, rafforzare elementi di diversificazione, e riqualificare i player. Sono queste alcune delle riflessioni avanzate da Fabrizio Gianfrate, professore dell'università degli studi di Ferrara, nel capitolo dedicato alla "distribuzione intermedia dei farmaci" con uno sguardo europeo del libro "Scenari Farmaceutici" curato da Giancarlo Esperti, direttore generale di Federfarma Servizi e direttore editoriale di F-Online, pubblicato a dicembre da Vecchiarelli editore, che è stato presentato il 24 gennaio, presso il Nobile Collegio Farmaceutico. Il contesto, in Europa e in Italia, vede una «diffusione della vendita-distribuzione diretta e degli accordi di distribuzione, l'aumento dei costi di trasporto, la riduzione della spesa farmaceutica, accompagnata alla scadenza di un certo numero di brevetti e al diffondersi di farmaci di importazione parallela che utilizzano canali di distribuzione alternativa». E questa situazione «sta intaccando i margini dei distributori all'ingrosso». «Si stima che dal 2001 al 2015 nei paesi UE il margine dei grossisti sia sceso in media di circa un terzo». Tali fenomeni «hanno spinto il settore a una riconversione dal punto di vista delle politiche industriali e commerciali con una concentrazione del mercato da parte dei grossisti che hanno adottato nuove strategie di integrazione verticale, sia a monte che a valle, e di espansione regionale e hanno esteso la tipologia e il numero dei servizi forniti ai produttori e alle farmacie di là delle soluzioni logistiche. L'integrazione verticale si è avuta soprattutto a monte, attraverso un'espansione delle attività volte a produrre gamme di prodotti e farmaci da banco e prodotti galenici. L'integrazione a valle, invece, si è realizzata tramite acquisizioni e/o accordi di partnership con farmacie e società di farmacie, strategie tese ad incorporare i margini della distribuzione finale, e a consentire anche ai farmacisti di ridurre i costi di approvvigionamento».

In questo quadro, «un certo consolidamento del numero di distributori intermedi come risposta alle dinamiche stringenti di mercato continuerà nel tempo, come sperimentato dall'integrazione orizzontale attraverso le catene di farmacia, ma in dipendenza anche della regolamentazione differenziale dei mercati in cui tale consolidamento può avvenire e delle eventuali misure normative specifiche. Anche l'integrazione verticale eÌ in ascesa, quindi, soprattutto con i gruppi di grossisti che acquisiscono farmacie o catene di farmacia».
In questo quadro, va rilevato che «la presenza crescente e rilevante delle catene di farmacia potrebbe avere un maggiore potere negoziale e, di conseguenza, beneficiare di uno sconto più elevato per la vendita all'ingrosso. La concorrenza tra i grossisti per il commercio al dettaglio eÌ stata intensificata negli ultimi anni da sviluppi nell'informatica e nella logistica, nonché con l'ingresso di attori sempre più interessati a stabilire collegamenti verticali diretti con la distribuzione finale. In alcuni casi, ciò provoca la riqualificazione del mercato dei player sul mercato con il consolidamento di entità esistenti e l'ingresso di altri o una ridefinizione di attività da parte degli stessi».
Ma, continua Gianfrate, «maggiore efficienza può essere ottenuta mediante appalti comuni e acquisti centralizzati e questo può materializzarsi attraverso una struttura integrata orizzontalmente o verticalmente o, ad esempio un modello cooperativo. Paesi in cui l'integrazione orizzontale o verticale sono limitate dalla legislazione in vigore stanno approfittando infatti della "soluzione cooperativa"».