Pharmaceutical care, Report europeo: necessario coinvolgere decisori politici e prevedere incentivi

19/11/2017


Assicurare e migliorare l'appropriatezza nell'uso dei farmaci dovrebbe essere una priorità politica tanto a livello nazionale quanto internazionale e, in questa direzione, lo sviluppo della pharmaceutical care nella pratica quotidiana della gestione del paziente sarebbe in grado di innalzare il livello di qualità delle cure, migliorare gli outcome di salute, portare a una più appropriata allocazione delle risorse dei sistemi sanitari. Ma perché questo avvenga occorre mettere in campo, nei sistemi sanitari, una serie di azioni, tra cui la condivisione dei dati dei pazienti, ma anche la capacità di far collaborare in maniera strutturata professionisti della salute, pazienti e decisori politici. È questo uno degli spunti che emerge dal Final report del progetto per la definizione di indicatori di qualità della Pharmaceutical care in Europa pubblicato dalla Direzione generale per la qualità dei farmaci e delle cure sanitarie del Consiglio europeo. In generale, si legge nel rapporto, sarebbe necessario indirizzare la formazione continua e post laurea verso contenuti di farmacia clinica, gestione delle terapie, competenze di comunicazione ma anche tecniche di intervista perché garantiscono, nella pratica, che la Pharmaceutical care sia organizzata e gestita in maniera efficace.

Dal momento poi che questa disciplina implica un processo di cooperazione del farmacista con il paziente e con gli altri professionisti della salute nel disegnare, migliorare e monitorare il piano terapeutico, in modo da ottenere un impatto in termini di indicatori di salute, occorre prevedere e strutturare una collaborazione continua interprofessionale e un attivo coinvolgimento del paziente. In aggiunta, occorrerebbe definire degli standard e dei requisiti comuni di condivisione dei dati del paziente su supporto digitale. Certamente, alla base ci deve essere un sistema di information technology applicato alla salute che va sviluppato tanto a livello ospedaliero quanto delle farmacie di comunità. Dall'altra parte, occorre poi mettere a punto un Repository a disposizione dei professionisti della salute e dei ricercatori, in cui far confluire dati univoci, in modo da permettere un monitoraggio e una valutazione della qualità dell'approccio, ma anche renderlo disponibile a decisori - politici o amministrativi - che proprio sulla base dei risultati possono mettere in campo scelte di sviluppo. È chiaro però che questo richiede un sostegno a livello politico, sia nazionale sia europeo, che si basi anche sulla consapevolezza di una riduzione dei costi. E qui c'è un altro spunto di riflessione: perché si sviluppi una filosofia e un metodo di lavoro efficace è necessario creare un sistema di incentivi per i professionisti della salute che investono tempo e risorse. Infine, sarebbe anche importante che un piano, una politica di potenziamento della pharmaceutical care fosse portata avanti a livello pan-europeo, così da sviluppare sinergie ed evitare duplicazioni di sforzi.