Germania, margini ai distributori, liberalizzazione e parallel trade

13/06/2016


Il parallel trade di farmaci in Germania si fa per Legge: i budget della spesa farmaceutica devono comprendere una percentuale che si aggira intorno al 6% di prodotti provenienti dal parallel trade e chi vende prodotti farmaceutici importati parallelamente da altri Paesi gode di incentivi. A spiegarlo a F-online è Domenico Di Giorgio, direttore dell'Ufficio qualità dei prodotti e contraffazione dell'Agenzia italiana del farmaco. Il motivo che spinge il governo tedesco a promuovere questa modalità di importare farmaci è semplice: quelli tedeschi sono tra i più cari in Europa e il sistema sanitario tedesco è tra i primi ad avere problemi di sostenibilità. Ma come funziona il sistema tedesco?

In Germania ogni farmacia è libera di decidere il prezzo di farmaci Otc e Sop mentre quello dei farmaci vendibili su prescrizione è uniforme su tutto il suolo tedesco. I margini alla distribuzione sui farmaci da prescrizione vengono calcolati utilizzando un "metodo misto", un modello di tariffazione che prevede la corresponsione di un onorario fisso per ogni confezione erogata dal farmacista al paziente o dal grossista al farmacista, a cui viene sommata una percentuale sul prezzo di acquisto del farmaco. Ogni confezione di medicinale che il distributore intermedio vende al farmacista ha un prezzo maggiorato di 0.70 euro più il 3.15% del prezzo di acquisto al produttore, con un limite massimo di 37,80 € per confezione. Il farmacista, invece, guadagna una quota fissa di 8.35 euro per la prestazione professionale, più un 3% del prezzo di acquisto del farmaco dal grossista (AEP = Pharmacy Purchase price) più una somma forfettaria di 0.16 euro a confezione. Al prezzo netto di vendita del farmaco dalla farmacia (AVP = Net Pharmacy sale price) viene poi aggiunta l'aliquota fiscale sui farmaci che in Germania è del 19%, una delle più elevate in Europa. Ipotizzando, dunque, che il prezzo ex-factory di una confezione di medicinale XY sia 50 euro, il margine del distributore intermedio sulla confezione sarà 2.28 euro. Il prezzo di acquisto della confezione per il farmacista sarà dunque 52.28 euro, e il farmacista guadagnerà il 3% di questi 52.28 euro, più 8.35 euro, più 0.16 euro per un margine netto di 10.08 euro. Tenuto conto dell'aliquota fiscale il prezzo finale del farmaco sarà 74.21 euro. Tuttavia, quando si parla di farmaci su prescrizione non bisogna dimenticare che l'80% della popolazione tedesca è assicurata con la Statutory Health Insurance (SHI) e per alleviare l'onere finanziario per i fondi di assicurazione sanitaria, la legge ha previsto diversi sconti e riduzioni, oltre a co-pagamenti da parte delle persone assicurate. I margini cambiano lievemente sull'acquisto dei farmaci veterinari.

Per quanto riguarda l'apertura di nuovi presidi, in Germania vige un sistema di liberalizzazione: non esiste una pianta organica e qualunque farmacista può aprire una farmacia quando e dovunque ritenga essere più opportuno. Tuttavia, esistono dei vincoli precisi che impediscono l'insediamento di grandi catene di farmacie e l'entrata delle società dei capitali nel sistema tedesco: chi apre una farmacia dev'essere un professionista abilitato e deve lavorarvi all'interno e non può acquistare più di una singolo presidio. Al limite, in aggiunta alla farmacia principale, il titolare è autorizzato a gestire fino a tre filiali che devono essere localizzate nelle vicinanze. In ciascuno di questi presidi è prevista la presenza di un farmacista responsabile (branch manager). La politica adottata in Germania non protegge il business della farmacia dalla competizione, tanto che nel 2015 sono state chiuse ben 340 farmacie, contro 153 nuove aperture, per arrivare a un totale di 20.254 punti vendita, 187 in meno rispetto al 2014.