Fip, per sostenibilità sanità Governi sviluppino autocura e ruolo del farmacista

23/05/2017


Sviluppare negli individui, nelle famiglie e nelle comunità la capacità di promuovere e mantenere la propria salute e il proprio benessere, prevenire malattie e complicanze, gestire patologie in corso, in autonomia, è una delle sfide e degli obiettivi che dovrebbero porsi i sistemi sanitari e, rispetto a questa direttrice, il sostegno del farmacista di comunità diventa un valore aggiunto in grado di garantire outcome di salute. Per questo, i Governi dovrebbero considerare e promuovere la rilevanza e importanza dell'autocura e riconoscere il ruolo dei farmacisti in questo processo. Č questa una delle riflessioni proposte dal rapporto "Pharmacy as a gateway to care: helping people towards better health", curato dalla Federazione farmaceutica internazionale (Fip) e recentemente pubblicato, che vede al centro l'evoluzione del ruolo del farmacista nell'autocura - intesa come tutte quelle attività che il cittadino può mettere in campo per garantire un buono stato di salute e benessere, prevenire ed evitare malattie ed, eventualmente, complicanze -, e il valore che deriva al sistema da tale approccio. «Da molti anni» si legge «le farmacie di comunità forniscono un supporto nella salute dei cittadini attraverso consigli, dispensazione di prodotti e, quando c'è bisogno, indirizzando il paziente alle strutture sanitarie appropriate tanto che le farmacie di comunità sono oggi considerate una porta di accesso al sistema della salute». La «capacità di conquistare e mantenere uno stato di benessere personale è un aspetto che incide in modo diverso a seconda del paese. Le sfide sono molte, le soluzioni non sono semplici. L'autocura, soprattutto se supportata dai farmacisti, è una di queste».
Già oggi, la «farmacia sta evolvendo da una professione focalizzata sul prodotto a una professione focalizzata sul paziente, e in questa direzione stringe sempre più collaborazioni con pazienti e gli altri provider della salute». «I farmacisti possono offrire un'assistenza di valore per raggiungere e mantenere lo stato di benessere, sia attraverso l'erogazione del medicinale sia attraverso una educazione alla migliore gestione della salute da parte del cittadino. Le evidenze mostrano che i cittadini hanno fiducia nell'autocura e vogliono giocare un ruolo maggiore nello sviluppo, gestione e monitoraggio della propria salute. In parallelo, c'è una tendenza sempre maggiore a responsabilizzare i cittadini verso la loro salute e, per quanto riguarda i farmacisti, questi sono sempre più impegnati nel collaborare con i pazienti e con tutti coloro che li supportano nel percorso di salute, sia che si tratti di gestione della malattia sia di prevenzione».
Oltre a queste premesse, c'è anche la considerazione che «le farmacie di comunità sono il più accessibile punto di salute, che si pone come porta aperta a servizi, anche quelli di prima istanza, senza appuntamento». Ecco quindi «l'opportunità da parte dei servizi sanitari nel far sì che questa professione si interfacci sempre di più con i cittadini nel supporto all'autocura».

L'importanza dell'innovazione
Ma va detto che «per una buona gestione dell'autocura, se si vuole un maggior coinvolgimento della farmacia di comunità, occorre anche fornire strumenti perché il farmacista sia a conoscenza dei trattamenti in corso, in modo che ci sia una continuità nella gestione a tutto tondo del paziente, nella direzione di una maggior sicurezza ed efficienza dell'autocura. Per questo, l'autocura necessita di operare entro un sistema e in un contesto integrato» tra le professionalità che gestiscono i cittadini e in una visione a tutto tondo dello stato di salute del paziente.
In questa direzione, «innovazione, raccolta e analisi dei dati, nuove tecnologie sono alcuni dei fattori che giocano un ruolo fondamentale nel migliorare l'autocura». «I farmacisti si sforzano costantemente di portare innovazione» entro le farmacie di comunità e nei processi assistenziali, soprattutto secondo «tre direttrici: miglioramento dell'approccio alla cura del paziente, rete multidisciplinare con gli altri professionisti della salute, miglioramento delle relazioni tra farmacie e quelle all'interno della farmacia». Sul fronte della tecnologia, «c'è un trend in aumento nell'uso di tale approccio per supportare i trattamenti dei pazienti, includendo un maggior uso di test di prima istanza e dell'automonitoraggio. Questo anche per verificare che il trattamento incontri al meglio i bisogni del paziente» e per intervenire, ricalibrando l'approccio, laddove necessario.

Sviluppi per i Servizi sanitari
Da qui le prospettive di questo approccio: «L'interazione collaborativa tra pazienti e farmacisti, che si traduca o meno con la dispensazione di un prodotto terapeutico, conferisce senza alcun dubbio un contributo positivo ai sistemi sanitari» spiega uno dei coautori del rapporto, Warren Meek, nella nota che accompagna il rapporto. «Molti Governi dovrebbero considerare e promuovere la rilevanza e importanza dell'autocura e riconoscere il ruolo dei farmacisti negli outcome di salute che si ottengono attraverso il suo supporto al processo. La sostenibilità dei sistemi sanitari, nella direzione del mantenimento della qualità, non può prescindere da un uso ottimale di tutte le competenze sanitarie. In questo senso, i farmacisti sono chiamati a farsi trovare pronti, come attori in grado di facilitare e rendere sicura l'autocura». Non solo: è anche importante che vengano sviluppate linee guida e «procedure operative standard per la gestione delle situazioni che richiedono l'autocura».