In Europa la distribuzione vede un rallentamento nella crescita. Ma punta a servizi digitali

26/04/2017


L'affermarsi di canali di distribuzione alternativi, le politiche di contenimento della spesa, la polarizzazione tra farmaci ad alto contenuto tecnologico, che si spostano sempre più su modalità di distribuzioni non afferenti al territorio, e farmaci invece più di basso costo, l'aumento degli obblighi burocratici e degli oneri finanziari stanno pesando sulla filiera distributiva, con la conseguenza che, in presenza di margini che, a livello europeo, sono in continua diminuzione, il giro d'affari del settore ha visto un progressivo e costante rallentamento della crescita. Ma il gradimento per i servizi della distribuzione intermedia rimangono molto alti, anche da parte dell'industria, e investono il 90% dei farmacisti. Questi alcuni dei dati che emergono dallo studio dell'Institute for Pharmaeconomic research di Vienna commissionato dall'European Healthcare Distribution Association (GIRP) sul tema "Distribution profile and efficiency of the European pharmaceutical full-line wholesaling sector" e pubblicato a febbraio. Negli ultimi tre anni, si legge nel report, soprattutto in alcuni Paesi il settore ha visto diversi cambiamenti, tra i quali l'aumento delle vendite dirette da parte della produzione o lo sviluppo di nuovi modelli di distribuzione del farmaco, anche se queste evoluzioni non hanno messo in discussione il fatto che i grossisti full-line ricoprano ancora una posizione centrale nella filiera. Secondo il rapporto, comunque, i tre quarti delle medicine vendute in Europa sono distribuite proprio attraverso tali soggetti, e di queste circa il 93,3% passa dal canale farmacia, seguito dalle farmacie ospedaliere con il 5,5%. Mentre la quota che riguarda drugstore o medici dispensatori è pari complessivamente all'1,3%. Dai grossisti arriva anche un ampio range di servizi di valore aggiunto a imprese e farmacie a beneficio di pazienti e pubblico servizio, con un ruolo per esempio anche nel corso di situazioni emergenziali attraverso la funzione di stoccaggio. Per quanto riguarda le dimensioni della distribuzione intermedia, risultano nell'Europa a 26 + Norvegia e Svizzera, 752 grossisti full-line, 1490 siti operativi, 180.743 punti di distribuzione (tra farmacie di comunità, ospedalierei e medici) per una popolazione di riferimento di 520 milioni. Il giro d'affari generato nel 2015 è di 141 miliardi di euro. Limitando l'analisi alle 6 nazioni oggetto di ulteriore approfondimento da parte del Rapporto (Germania, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Regno Unito), si parla di 115 grossisti full-line, 637 siti, 105.353 punti di dispensazione e 336 milioni di cittadini interessati, con un giro d'affari di 92 miliardi. In generale, la ricerca rileva che l'indice del margine della distribuzione è costantemente diminuito nel corso degli ultimi quindici anni, passando da 100 del 2001, al valore attuale di 71. Oltre a questo, si rileva un rallentamento nella crescita del settore e questo è legato in particolare all'importanza crescente di canali alternativi di distribuzione, alle vendite dirette e al fatto che prodotti di alto valore innovativo ed economico sempre più sono andati verso altri modelli distributivi. In aggiunta, lo scenario vede un aumento delle politiche di contenimento della spesa farmaceutica e delle genericazioni, mentre dall'altra parte si osserva un aumento di carichi finanziari e amministrativi, insieme a un importante cambiamenti che nel corso di questi ultimi cinque anni sta investendo il settore, che è quello dell'obbligo legato al pubblico servizio, presente in sempre più nazioni - un obbligo tuttavia che da parte delle industrie esiste solo, al momento in cui la ricerca si è conclusa, in Belgio, Francia e Germania.

In questo scenario, quello che si osserva è che sempre più la distribuzione intermedia ha iniziato a offrire servizi di valore aggiunto e l'augurio che viene dai ricercatori è che il trend continui, andando a intercettare i bisogni legati a tecnologia e informatizzazione. Per la distribuzione intermedia il futuro è digitale e deve investire oltre che i processi interni anche i servizi. Uno dei punti su cui lavorare è il collegamento digitale con le industrie.

Per quanto riguarda il gradimento della filiera rispetto al servizio dei distributori, dal sondaggio dell'anno scorso che ha coinvolto i farmacisti è emerso che per il 90% il livello di servizio è considerato molto alto. Stesso rilievo anche da parte dell'industria: le argomentazioni per motivare il ricorso alla distribuzione intermedia più comunemente citate sono state l'alta frequenza di consegna, la garanzia di una disponibilità dei prodotti, le funzioni di trasporto, stoccaggio, sicurezza e anche supporto finanziario. D'altra parte, è stato calcolato che, limitandosi alle sei nazioni oggetto di indagine, senza il ricorso alla distribuzione intermedia le transazioni di farmaci da siti produttivi a farmacie sarebbero 99,4 miliardi contro gli attuali 795,6 milioni.