Farmacisti-grossisti, slitta approvazione Ue. Aifa: mantenere approccio scientifico
17/01/2017
È slittato al 31 gennaio il voto in Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo per l'approvazione della relazione sull'accesso ai farmaci, all'interno della quale si invita la Commissione europea a non chiudere più gli occhi davanti al fenomeno dell'indisponibilità dei farmaci. Tale approvazione, lo si ricorda, si tradurrà in una richiesta ufficiale e solenne del Parlamento alla Commissione Europea e agli Stati nazionali, affinché il mercato parallelo venga regolamentato per garantire a tutti un accesso eguale e certo ai farmaci essenziali.
«Non dovrebbe esserci nuovi slittamenti e dovrebbe poi andare in plenaria a marzo», ha sottolineato l'eurodeputato Massimo Paolucci, vice capo delegazione del Pd al Parlamento Europeo, parlando con F-online. L'approccio scientifico deve essere mantenuto anche nello sviluppo delle soluzioni normative, che non devono colpire indiscriminatamente categorie specifiche, ma rafforzare le regole per la tutela dei pazienti - commenta con F-online il Direttore Ufficio Qualità dei Prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico di Aifa - quelle con cui ci confrontiamo sono distorsioni specifiche, che riguardano un numero limitato di operatori che danno esclusiva priorità al business, in un settore in cui invece, gli operatori della filiera distributiva e le rispettive sigle rappresentative, in piena sintonia con le amministrazioni competenti, hanno dimostrato massima attenzione e precedenza alla tutela della salute pubblica».
Sul fronte contraffazione e carenze farmaci, l'Italia si è dimostrato più volte essere un Paese apripista per le altre realtà europee, nell'applicazione di una policy di controllo e monitoraggio del flusso dei farmaci. «L'Europa ha da tempo fatto proprie le valutazioni e l'approccio giuridico e scientifico che l'Italia, prima di tutti gli altri Paesi Membri, ha portato avanti negli ultimi anni - afferma Di Giorgio - La distinzione tra carenze produttive e distorsioni distributive è oggi considerata anche nelle prospettive della Commissione Europea, così come la necessità di definizioni di legge e regole chiare, cui l'Italia ha provveduto con l'importante accordo di settembre tra amministrazioni e associazioni di categoria sulle indisponibilità ("Testo Condiviso sulla Distribuzione dei Medicinali")». Il nostro Paese «ha già dimostrato la possibilità di trovare soluzioni condivise - prosegue di Giorgio - ricorrendo anche a strumenti straordinari nei casi in cui farmaci importanti e privi di alternative non sostituibili fossero divenuti irreperibili a causa della loro scarsa rimuneratività: la cooperazione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare per la produzione di farmaci "orfani" è un chiaro esempio - e sicuramente non l'unico - di tale capacità di affrontare e risolvere le problematiche che rischiano di limitare o precludere il diritto dei cittadini di accedere al bene-farmaco. Auspichiamo quindi che, per contrastare queste "cattive pratiche", si continui a prendere esempio dall'esperienza italiana, condividendo soluzioni che permettano alla filiera e alle amministrazioni di reagire in maniera coordinata, espellendo in modo netto e diretto le "tossine" dal sistema», conclude.