Cure primarie, Mirone: rete farmacie indispensabile ma serve uniformità nei servizi

12/07/2022


La riforma delle cure primarie sta definendosi sempre di più e la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia deve essere pronta a raccogliere la sfida. Diversi sono i punti di forza che può mettere in campo ma è indispensabile fare uno sforzo per assicurare il più possibile uniformità nell'offerta dei servizi, in modo che venga sempre garantito un presidio di salute per la collettività e si evitino differenziazioni tra territori. A fare la riflessione Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
«Durante la pandemia», ha spiegato Mirone, «la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia ha dimostrato efficienza e competenza nel dare risposte ai cittadini. Il decisore politico ha compreso con maggiore chiarezza di avere a disposizione una importante interfaccia sul territorio, già strutturata e radicata, in grado per altro di consentire un risparmio di risorse pubbliche. Ora, è il momento di mettere realmente a sistema questo asset così importante, soprattutto alla luce delle sfide che si profilano all'orizzonte».

La scorsa settimana è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Dm 77, nuovo regolamento su modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale. Tra i cardini del sistema ci sono anche le Case della Comunità, che offriranno assistenza h24, 7 giorni su 7, e in cui convergeranno medici di medicina generale, specialisti, infermieri e così via.

«C'è un ampio dibattito sul ruolo della farmacia nella riforma dell'assistenza territoriale e sulle modalità di collegamento con le nuove strutture. In questo quadro, non può non essere rilevato come la capillarità della rete delle farmacie sia ormai un aspetto irrinunciabile, così come le competenze dei farmacisti in termini di servizi che possono offrire alla collettività. Si tratta ora di potenziare questi punti di forza, metterli a sistema e renderli ancora più performanti e vicini ai pazienti». D'altra parte, «la sanità territoriale che sta man mano prendendo forma può funzionare solo se sul territorio continuerà a essere garantito in maniera continuativa un presidio sanitario a disposizione della collettività e questo può essere rappresentato dalle farmacie».

C'è poi un'ulteriore riflessione: «Un punto nodale, che deve sempre più essere oggetto di attenzione, è la necessità uniformare il più possibile l'offerta di servizi. Per quanto riguarda la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia, questo è un obiettivo che, in Federfarma Servizi, ci vede da tempo impegnati. In quanto società di farmacisti, che operano al servizio delle farmacie, riteniamo fondamentale offrire a tutti i presidi a noi collegati le stesse opportunità in termini di servizi da proporre alla collettività. Non può esserci, nella nostra visione di sistema, una situazione di differenziazione tra farmacie più grandi, site in aree urbane, in grado di offrire servizi più avanzati, e farmacie di più piccole dimensioni, come si verrebbe invece a creare con le polarizzazioni tipiche di grandi gruppi di capitale. Si tratta certamente di una grande sfida da raccogliere ma credo che gli strumenti ci siano, a partire da quelli telematici, che si stanno sviluppando sempre di più».