VII Convention Federfarma Servizi e FederFARMA.CO, Lupo: da distribuzione intermedia grande valore nella crisi sanitaria. Una sfida vinta con la collaborazione e l'impegno

14/06/2022


Dopo oltre due anni di emergenza sanitaria il Paese è ora impegnato a riprendere le fila di una gestione ordinaria. Un ritorno alla normalità che è stato reso possibile grazie allo sforzo e all'impegno di chi, come i farmacisti, giorno dopo giorno, è stato al fianco della collettività, ma anche di chi ha reso possibile la continuità dell'assistenza e di un servizio realmente essenziale, pur restando in una posizione meno visibile, come la distribuzione intermedia del farmaco. A sottolineare il valore dello sforzo compiuto per rispondere ai bisogni espressi di volta in volta dal Ssn, dai pazienti e dagli stessi operatori sanitari, è Monica Lupo, direttore generale di Federfarma Servizi, durante la VII Convention di Federfarma Servizi e FederFARMA.CO dal titolo "Distribuiamo Salute. Il valore della farmacia e della distribuzione intermedia oltre l'emergenza", che quest'anno si è tenuta in presenza al Palace Hotel di Milano Marittima, giovedì 26 e venerdì 27 maggio.

«L'impegno che è stato da tutti profuso nel rispondere alle gravi difficoltà poste sin dai primi giorni della emergenza sanitaria», ha spiegato Lupo, «va al di là di ogni immaginazione. Quello che il comparto è riuscito a fare per il Ssn e per la collettività è qualcosa di incredibile e, guardando indietro, emerge quanto sia stata essenziale la collaborazione di tutti gli attori della filiera, il lavoro di squadra. Con soddisfazione, in questi mesi abbiamo visto riconoscere maggiormente il valore delle farmacie e dei farmacisti, ma, anche se osserviamo un cambiamento, il supporto quotidiano che la distribuzione intermedia è stata in grado di offrire spesso resta ancora poco visibile».

Tanti sono i momenti più significativi ricordati: «Sin dai primi giorni, ci siamo trovati ad affrontare un lockdown che sarebbe dovuto durare 20 giorni, poi due mesi, ma che nei fatti è stato di due anni. All'inizio c'erano le zone rosse, con i nostri vettori che dovevano essere autorizzati a spostarsi, c'era una logistica che andava ristrutturata con nuovi percorsi, in base alle esigenze del Paese, e c'era una emergenza che il Ssn non poteva essere pronto ad affrontare. I nostri magazzini lavoravano sottorganico: siamo un comparto che occupa 4.500 persone, tante, ma in alcuni momenti abbiamo avuto anche il 40 per cento del personale in meno, a fronte di un'attività condotta 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Ci siamo ritrovati a distribuire alle farmacie un nuovo bene essenziale, le mascherine, mentre ricevevamo visite quasi quotidiane da parte delle Agenzie preposte ai controlli, perché tali presidi - Dpi o mascherine chirurgiche che fossero - dovevano svolgere appieno la loro funzione, dovevano avere le carte in regola».
Ma a un certo punto «di mascherine, di quelle affidabili, non ce n'erano più. I nostri magazzini stavano completando le scorte, le nostre aziende pagavano cifre inimmaginabili per cercare di garantirne in qualche modo la presenza nelle farmacie. È stato un momento di grande difficoltà. Poi ci sono stati gli accordi sul prezzo fisso, per contenere i fenomeni speculativi, e gli Addendum, per limitare le perdite. Sì, perché le nostre aziende si sono ritrovate a fornire mascherine a un prezzo al pubblico di 50 centesimi, avendole pagate anche diverse volte di più. Le perdite, in particolare per alcune nostre associate, sono state di centinaia di migliaia di euro». Ma il risultato è arrivato: «Circa 40 milioni di mascherine chirurgiche consegnate alle farmacie e alla popolazione».

In tutti questi mesi, «il percorso intrapreso è stato intenso e il più grande risultato è stato quello di essere riusciti, insieme, a far fronte a una grande sfida per il nostro comparto al servizio del Paese, riaffermando i valori che stanno alla base del nostro operare: la tutela della salute e del Ssn, ma anche la necessità di agire in maniera integrata, facendo davvero sistema».