Farmacisti-grossisti, il parere Aifa sulla sentenza del Tar Lazio

06/12/2016


Nel recente dibattito che ha visto come protagonisti alcuni farmacisti-grossisti napoletani, «la salute pubblica appare, purtroppo, essere stata posta in secondo piano rispetto a valutazioni di natura esclusivamente commerciale». Così il Direttore dell'Ufficio Qualità dei prodotti e Contraffazione dell'Aifa Domenico Di Giorgio, parlando con F-online, esprime le perplessità dell'agenzia sulla decisione del Tar Lazio (sentenze da 11238 a 11242 pubblicate l'11 novembre 2016) che sembrerebbe stridere con i principi stilati nel documento condiviso da tutta la filiera del farmaco e dalle Istituzione al fine di scongiurare fenomeni distorsivi nella distribuzione. L'oggetto della discussione è il passaggio di prodotti dal magazzino della farmacia a quello del grossista. In particolare, nella sentenza 11240 viene riportato che i ricorrenti «per ovviare agli effetti di un atteggiamento distorsivo della concorrenza serbato dalle industrie farmaceutiche, ostili ai farmacisti grossisti cui fornirebbero i medicinali senza continuità e con prezzi maggiori di quelli praticati alle farmacie, sarebbero stati costretti, per rimanere sul mercato, ad acquistare col codice univoco della farmacia i medicinali per poi trasferirli, con un documento di trasporto interno (DDT), dal magazzino della farmacia a quello separato di grossista per la successiva vendita ad altre farmacie o ad altro grossista nel rispetto della normativa di settore».

Sembrerebbe quasi, dunque, che ci si appelli a una sorta di "giustificazione" nel violare le regole in quanto "reazione" a comportamenti scorretti delle controparti, mentre "qualora la condotta delle aziende risultasse "distorsiva della concorrenza", come dichiarato dai ricorrenti, l'autorità competente e sicuramente interessata a intervenire sarebbe l'AGCM», sottolinea Di Giorgio. L'Aifa ha voluto rimarcare che «la posizione delle amministrazioni e della filiera rispetto ai diversi aspetti tecnici della distribuzione, ivi incluse le transazioni citate nel ricorso, è stata chiarita in maniera inequivoca col documento condiviso sottoscritto nelle scorse settimane». In ogni caso, in merito alle sentenze del Tar Lazio, «la questione è già tema discussione e sarà oggetto di approfondimenti adeguati, sempre finalizzati a tutelare prioritariamente la salute pubblica», conclude di Giorgio.