Ffp2, Federfarma Servizi e Assosistema Confindustria avviano progetto per testare efficienza

21/06/2021


Nei mesi di emergenza sanitaria la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia ha vissuto momenti di crisi, a partire dalle difficoltà di approvvigionamento relative ai dispositivi di protezione individuale, che sono stati essenziali - e ancora lo sono - per il contenimento della pandemia e per le fasi di riapertura del Paese. Le notizie di cronaca, soprattutto nel primo periodo, hanno acceso i riflettori su fenomeni speculativi e, più di recente, sulla presenza di prodotti che non sempre corrispondono a quanto dichiarato. Quanto la filiera farmaceutica è stata in grado di tutelare il cittadino attraverso i prodotti immessi nel canale delle farmacie? Che cosa può fare per garantire al consumatore finale qualità e sicurezza? È proprio sull'onda di questi interrogativi che Federfarma Servizi, insieme ad Assosistema Confindustria, hanno voluto lanciare un progetto di validazione dei facciali filtranti Ffp2 presenti all'interno della filiera, per testarne, attraverso una serie di prove in laboratorio, la reale efficienza.

«Il progetto», spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, «è nato dal rapporto di collaborazione costruito con Assosistema Confindustria, anche grazie al contributo di Monica Lupo, general manager di Federfarma Servizi, nel corso della emergenza sanitaria. Un percorso che ha visto tanti momenti di confronto sulle criticità del momento e di scambio di informazioni reciproco su quelle che sono le specificità dei due comparti di riferimento - distributivo e produttivo - per riuscire a far fronte a tutte le difficoltà». In un momento di crisi come questo, «caratterizzato, soprattutto nei primi mesi, da carenze per alcune tipologie di prodotti più strettamente legati al Covid-19 e fenomeni speculativi, l'impegno verso la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini poteva essere realizzato soltanto attraverso una grande attenzione e accuratezza nella selezione di prodotti certificati e validati da proporre alle farmacie e, per questo, abbiamo sentito l'esigenza di avere un punto di riferimento che potesse essere di supporto in tutti gli aspetti produttivi e regolatori».

Oggi, certamente, «ci auguriamo che la fase emergenziale vera e propria sia superata e che la situazione, man mano, possa rientrare in una gestione più ordinaria. La nostra attenzione, tuttavia, resta alta e, proprio per questo, per noi diventa importante avviare, accanto all'impegno quotidiano, un'attività di analisi e rilevamento su quello che è il grado di qualità del canale e dei prodotti legati al Covid-19 distribuiti attraverso le nostre associate». Da qui il progetto: «Abbiamo voluto, quindi, mettere in campo un approccio innovativo che ci permettesse di valutare e validare quanto facciamo e intercettare sul nascere eventuali criticità. Ad aderire sono state tre nostre associate - Cef, Farla e Farmacentro - che hanno messo a disposizione i campioni oggetto dell'analisi».
«Nel dettaglio», spiega Claudio Galbiati (nella foto), presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, «sono stati individuati cinque modelli di maschere Ffp2, di produzione estera, conformi alla EN 149 e regolarmente marcate CE. Per garantire una maggiore eterogeneità nella gamma di Dpi esaminati, i modelli riconsiderati sono stati certificati tutti da organismi notificati differenti. Per l'effettuazione delle prove in laboratorio, le maschere Ffp2 sono state affidate a un organismo notificato italiano abilitato per questo tipo di analisi». Le prove sono state effettuate e, a breve, si attendono «risultati».

In questo anno e mezzo di crisi, continua Galbiati, «per far fronte all'emergenza sanitaria, negli ospedali e sul mercato, in generale», anche alla luce della normativa che ha consentito l'immissione in commercio di prodotti in deroga, «erano presenti facciali anche con materiale non marcato CE». Proprio alla luce di questa situazione, «Assosistema e Federfarma Servizi hanno voluto testare la reale efficienza» di quanto distribuito alle farmacie: il progetto nasce, cioè, dall'esigenza di verificare con quali esiti «le aziende della distribuzione farmaceutica, anche grazie a una continua collaborazione tra la nostra associazione e Federfarma Servizi, si siano orientate correttamente verso l'acquisto di materiale certificato». In questo modo, si è cercato di «dare un chiaro segnale al mercato dei Dpi».

Si tratta di un progetto, conclude Mirone, che, «per quanto ci riguarda, non si ferma qui, ma vorremmo portare avanti anche al di fuori delle esigenze legate alla pandemia. Il nostro augurio è che questa collaborazione possa spaziare anche nella direzione di tutti quei dispositivi in uso sul territorio per le forme croniche, per esempio i dispenser per farmaci bronco-dilatatori o quelli relativi all'aerosol terapia. Si tratta di un lavoro congiunto che potrebbe essere di supporto per entrambe le parti per ottenere i migliori risultati per i pazienti e il Servizio sanitario».