La gestione di Comirnaty sul territorio: ecco l'esperienza della Toscana

24/05/2021


Una copertura degli over 80 che ha superato il 98% anche grazie a un sistema che ha visto, tra i tasselli della organizzazione regionale, il coinvolgimento di farmacie e medici di medicina generale. È questo il bilancio del progetto, partito in Toscana dal 19 febbraio, che vede la consegna dei vaccini Covid-19 Comirnaty (Pfizer) ai medici di medicina generale attraverso la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia. A fare il punto sulle modalità operative e sul ruolo della filiera Alessandra Pergola, direttore tecnico di Cef Pisa, associata di Federfarma Servizi, che ha messo anche in luce le caratteristiche di un vaccino «particolarmente delicato, per il quale la cautela deve essere massima in ogni fase della sua gestione, sia nei nostri magazzini sia nelle farmacie».


Le caratteristiche del vaccino e le modalità di gestione

Un primo aspetto che va sottolineato, spiega Pergola, è che «vanno evitati il più possibile urti e rovesciamenti», ma anche il rispetto della catena del freddo «va garantito con il massimo scrupolo. Per questo i nostri operatori lavorano direttamente in cella frigorifera, permettendo così al vaccino di rimanere sempre alla temperatura corretta. Il prodotto viene collocato in un box di polistirolo con siberino ma occorre anche evitare ogni contatto tra i due elementi: il vaccino, infatti, non deve essere ricongelato. I mezzi di trasporto che vengono utilizzati sono tutti certificati e coibentati. Non appena il vaccino arriva in farmacia deve essere immediatamente posto nel frigo. Il contenitore non viene aperto, se non davanti al medico. Inoltre, una volta diluito, va somministrato entro sei ore».

Importante anche la fase più strettamente burocratica: «Non appena il vaccino arriva nei nostri magazzini - in genere intorno alle 9 - occorre espletare nel più breve tempo possibile tutti i passaggi amministrativi che garantiscano tracciabilità e sicurezza nella consegna. Il vaccino viene infatti associato al codice fiscale del medico - e, tramite questo, alla farmacia da lui scelta - e in questo modo viene agganciato al corretto giro di consegne».


Si attendono le ricadute della nuova indicazione di Ema

Per quanto riguarda la tempistica, per ora il flusso operativo prevede che il vaccino «sia somministrato entro cinque giorni (120 ore) dallo scongelamento, che avviene nella farmacia ospedaliera». La settimana scorsa si è registrata da parte di Ema l'indicazione di allungare tale periodo da un massimo di 5 fino a 31 giorni. «Ancora, tuttavia, non abbiamo ricevuto istruzioni al riguardo». In attesa di eventuali ulteriori assestamenti, «il modello, attualmente, prevede la chiusura del calendario delle somministrazioni della settimana il venerdì alle 22. L'agenda viene trasmessa dal medico alla farmacia ospedaliera, che il lunedì effettua lo scongelamento del vaccino. Già il martedì mattina questo viene consegnato al magazzino del distributore di riferimento - ogni farmacia ospedaliera gestisce un unico grossista - il quale nella stessa giornata, e comunque nel minor tempo possibile, lo recapita alla farmacia di comunità scelta dal medico. Da quel momento, il medico può andare in farmacia a ritirare il vaccino, per iniziare a inocularlo a partire da mercoledì».

La gestione, «come si vede è particolarmente complessa, ma devo dire che, nonostante le difficoltà, in tutto questo periodo non sono mai state registrate criticità particolari, relative alla temperatura o a qualsiasi altro aspetto e anche nelle farmacie tutto è andato bene».


Le accortezze per una gestione in farmacia

La Toscana, come si sa, si appresta a recepire l'Accordo quadro nazionale sulle vaccinazioni in farmacia con il farmacista vaccinatore per i vaccini con richiamo, tra cui anche Comirnaty. A fine maggio, proprio con tale vaccino, la Liguria avvierà le prime vaccinazioni in farmacia - il modello ligure prevede la presenza del medico durante la seduta vaccinale. Ci potrebbero essere maggiori difficoltà per i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) rispetto a quelli, come Vaxzevria (Astrazeneca) e Janssen, a vettore virale? «Rispetto al modello operativo in atto per la consegna del vaccino al medico, laddove la farmacia proceda direttamente alla somministrazione del vaccino, c'è un passaggio in meno, con una semplificazione. Il vaccino, tuttavia, come abbiamo visto, richiede molta cautela nella manipolazione e per il rispetto della catena del freddo, ma certamente il valore che occorre tenere sempre presente è il grande contributo alla popolazione e al Ssn».

In generale, «se ci soffermiamo sullo sforzo e l'impegno che tutto il sistema richiede, non possiamo che rilevare che, almeno per quanto riguarda il distributore, va oltre quanto è stato proposto in termini di remunerazione, ma, al di là di questo, c'è nei fatti un riconoscimento dell'importanza del ruolo e della capillarità della rete delle farmacie e della distribuzione intermedia per la salute dei cittadini e per l'assistenza. È un aspetto che riteniamo fondamentale, anche per le prospettive future della filiera, perché stiamo operando insieme per un comune obiettivo, che non è solo di natura sanitaria, ma che corrisponde alla tutela di un intero Paese».