Cistite, prevenzione e stili di vita contro antibiotico-resistenza. Centrale il ruolo del farmacista

12/04/2021


Si stima che, almeno una volta nella vita, una donna su due abbia avuto esperienza di un episodio di cistite e, di queste, una su quattro registri una ricaduta entro i sei mesi successivi, mentre per una su cinque può esserci una evoluzione verso una forma cronica, con almeno tre episodi all'anno. A fronte di questi dati, a emergere è anche un altro fenomeno: un uso inappropriato dell'antibiotico che, oltre a rischiare di peggiorare la situazione clinica della donna, è alla base della piaga dell'antibiotico resistenza. Per questo, di particolare importanza è la corretta informazione su stili di vita e buone pratiche preventive, ma anche sull'utilizzo dei farmaci.

È questo al centro della campagna di prevenzione "Cistite, una gestione agile" proposta dal gruppo di urologi Agile, con il patrocinio di Federfarma Servizi, e realizzata con il contributo non condizionante di Pierre Fabre, che si pone l'obiettivo di favorire un approccio multidisciplinare alle problematiche di salute, con il coinvolgimento di Mmg, specialisti e farmacisti.

«Sempre più spesso», è l'intervento di Filippo Annino, presidente del Gruppo Agile, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Progetto, che si è tenuta il 26 marzo, «vediamo come una gestione non adeguata di un disagio che nella maggior parte dei casi è banale possa determinare problematiche ripetute e croniche». In queste situazioni, aggiunge Luca Cindolo, coordinatore della campagna, «in molti casi, si utilizza, come prima arma, l'antibiotico e, talvolta, può succedere che, proprio perché hanno già avuto esperienza dell'infezione, le donne ricorrano al fai da te». Tutte prassi rischiose per la salute anche perché, è l'intervento di Fabio Pace, direttore dell'Unità di Gastroenterologia dell'Ospedale Bolognini di Bergamo, «quando si fa uso dell'antibiotico avviene una modificazione brusca del microbiota intestinale, che può far emergere ceppi uro-patogeni e far nascere una nuova infezione». Senza contare poi i riflessi in termini di antibiotico resistenza, «una piaga che dall'Oms viene indicata al primo posto in termini di danni per la salute, sopra il Covid-19».

Da qui l'importanza di un approccio che privilegi, continua Cindolo, «pratiche preventive, legate a stili di vita e alimentazione - per esempio bere almeno due litri di acqua al giorno, fare molte passeggiate, non indossare capi troppo aderenti - accanto a interventi che partano già dai primi sintomi, con, per esempio, integratori, probiotici e antinfiammatori».
Al centro del progetto, quindi, c'è l'importanza della informazione e della sensibilizzazione, sia per supportare «un approccio più appropriato alla patologia, che riduca, alle situazioni inevitabili, l'uso dell'antibiotico», è stato l'intervento di Federfarma Servizi, che è partner nella campagna e attraverso le sue aziende associate coinvolgerà nel progetto le proprie farmacie, «sia per favorire una presa in carico multidisciplinare della paziente, che consideri le interconnessioni dei diversi aspetti e prediliga un approccio integrato».

In particolare, centrale è il ruolo delle farmacie, «spesso primo accesso sanitario per la popolazione in caso di disagi di salute. Il farmacista conosce, infatti, le pazienti e sa quando hanno già avuto esperienza di episodi di cistite, così come se hanno fatto ricorso nei mesi precedenti all'antibiotico. In questo senso è importante che il farmacista sia formato e preparato, in modo che possa essere un punto di riferimento per l'educazione sanitaria e ai corretti stili di vita dei cittadini, oltre che in grado di indirizzare la donna verso il percorso di salute più appropriato».

Il target a cui «vogliamo arrivare», conclude Annino, «è ambizioso: più Mmg, urologii e farmacisti possibili. Obiettivo, infatti, è fare squadra, perché tale patologia non venga sottovalutata».