Covid-19, Di Giorgio (Aifa): da Tavolo tecnico indisponibilità supporto a gestione emergenza

13/07/2020


Il Tavolo tecnico sulle indisponibilità, istituito dall'Aifa è uno strumento che, nei suoi cinque anni di attività, ha ottenuto molti importanti risultati, ma che, anche nel periodo di emergenza legato al Covid-19, ha fatto emergere il suo valore, sia in termini di contributo a una migliore gestione del fabbisogno di prodotti, cresciuto a dismisura, sia di verifica su eventuali fenomeni distorsivi.

«Uno degli aspetti più temuti dell'emergenza Covid, fin dai primi momenti, è stata la possibile carenza di farmaci», spiega a F-Online Domenico Di Giorgio, direttore dell'Ufficio qualità prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell'Aifa, a cui abbiamo chiesto di fare un punto. «Ma il fenomeno, che in altri Paesi ha prodotto problematiche rilevanti, in Italia è stato fortemente ridotto, grazie alla collaborazione tra Regioni e Province autonome, Aifa e aziende e all'applicazione di un modello "reattivo", che ha visto la costituzione di un sistema di reti operative. Tra questi circuiti, come evidenziato in un documento condiviso tra Regioni e Province autonome, Aifa e associazioni, che riepiloga gli interventi di Aifa durante l'emergenza, c'è anche il Tavolo tecnico sulle indisponibilità (Tti)», a cui partecipa anche Federfarma Servizi.


Partiamo dall'inizio: quale bilancio fa della esperienza del Tti?

Il Tavolo ha continuato a riunirsi in tutti questi mesi e, nell'ultimo periodo, abbiamo cercato di tirare le fila delle tematiche su cui i lavori hanno portato a risultati condivisi. L'intenzione, ora, è di valutare in che modo proseguire l'esperienza, se con questo modello o con attività diverse. Sul tappeto, restano alcuni nodi aperti e a emergere è la consapevolezza che, su taluni aspetti, dovrà essere rivisto il quadro legislativo di riferimento, da adeguare a uno scenario che è mutato nel tempo.
Certamente, la crisi legata al Covid-19 ha portato ancora più a galla disallineamenti su norme che hanno più di vent'anni, come per esempio quelle relative all'importazione. Su questo, ci sarà certamente del lavoro da fare. Ma il modello di sinergia che c'è alla base del Tti, senz'altro, resta valido e, anzi proprio, in questo periodo è emerso con decisione il valore di una rete di cooperazione che coinvolga tutti gli attori della filiera.


In che termini?

La rete del Tti è stata utilizzata in maniera cospicua anche durante la emergenza e, anzi, allargata alla collaborazione con le Regioni. Certamente, la crisi improvvisa e di ambito internazionale, ha determinato una prima fase di disagio e di difficoltà di approvvigionamento, in particolare per quei prodotti legati all'epidemia, per esempio quelli in uso nelle terapie intensive. Ma, nonostante tutto, grazie alla sinergia tra Aifa, aziende e Regioni e alla collaborazione operativa con gli attori del Tti, siamo riusciti a gestire l'enorme incremento del fabbisogno e garantire una risposta in tempi relativamente brevi, con una serie di strumenti messi a punto proprio in questo periodo e che cercheremo di rendere più noti.


Quali sono stati i punti di forza?

Quello che fa la differenza, in queste situazioni, è la rapidità della reazione e, in questo senso, proprio l'esperienza di sinergia maturata al tavolo, con un modello di collaborazione già rodato - in cui tutti gli attori hanno voce e possono portare un contributo alla risoluzione delle problematiche - è stato determinante e rappresenta, in un certo senso, il futuro.


A parte la gestione dell'immediato, come ci si sta preparando a un eventuale ripresentarsi dell'emergenza?

Oltre ad azioni di breve periodo, per rispondere alle contingenze, ci siamo mossi anche sugli scenari futuri, portando avanti, in contemporanea, una iniziativa di medio-lungo termine, per far in modo che, se ci dovessero essere altre ondate, saremmo in grado di rispondere più facilmente ad eventuali picchi di domanda. Speriamo, intanto, che si arrivi a protocolli condivisi e stabili di cura e, in questa direzione, stiamo facendo un enorme lavoro rispetto ai clinical trial per identificare terapie efficaci.

Ha fatto riferimento a strumenti nuovi sviluppati per gestire l'approvvigionamento e l'aumento repentino della domanda di farmaci e prodotti correlati all'emergenza. Può entrare nel dettaglio?

In questo periodo, abbiamo cercato di sviluppare, in maniera innovativa, tutti i canali di approvvigionamento che avrebbero potuto contribuire a dare una risposta. Abbiamo, per esempio, avviato modelli nuovi di importazioni, attraverso le Regioni, che hanno permesso una centralizzazione della procedura e, contemporaneamente, un più efficace controllo sul territorio. A ogni modo, la rete del Tavolo tecnico ha avuto un importante ruolo di supporto nell'intercettare possibili distorsioni distributive, soprattutto su terapie attive in tutta Europa, e in questa direzione abbiamo trovato molta disponibilità delle sigle della filiera nel compiere le verifiche del caso. C'è, in generale, un sentire comune, una consapevolezza che l'emergenza vada affrontata insieme, e su questo speriamo di poter costruire anche in futuro sinergie ancora più radicate.