Farmaci "diretta" in Dpc, Pennacchio: riconosciuto valore farmacia
08/06/2020
«I farmaci erogati in regime di distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche possono essere distribuiti agli assistiti, senza nuovi o maggiori oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, in regime di distribuzione per conto, dalle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica determinato dal Covid-19, con le modalità e alle condizioni stabilite dagli accordi regionali». È quanto prevede l'articolo 27 bis, introdotto come emendamento nel Ddl di conversione in legge del cosiddetto Decreto Liquidità, che è stato approvato in via definitiva settimana scorsa.
«Un riconoscimento del valore del sistema farmacia», è il commento di Roberto Pennacchio, vice presidente di Federfarma Servizi, «ma anche una occasione - se realizzata in maniera uniforme e portata a regime anche dopo l'emergenza - per potenziare l'accesso all'assistenza da parte dei pazienti fragili, favorire la continuità terapeutica e migliorare la qualità di vita degli assistiti».
Una risposta capillare, tempestiva e tracciata
«Questo provvedimento», spiega Pennacchio, «pur limitato al periodo emergenziale, è di fatto un riconoscimento della vicinanza alla popolazione che solo un presidio sanitario radicato sul territorio, come il nostro, può avere. Il sistema farmacia garantisce assistenza farmaceutica h24, una presenza capillare anche in territori periferici sguarniti di altri servizi sanitari, una risposta tempestiva alle richieste dei cittadini, ma anche una presa in carico a tutto tondo del paziente. Attraverso la farmacia di comunità è possibile andare incontro alle difficoltà dei pazienti più fragili, evitando loro lunghi spostamenti per raggiungere Asl o ospedali e offrendo un servizio senza limitazioni orarie. Oltre a questo, valorizzare la distribuzione per conto rappresenta anche un modo per le strutture pubbliche di avere una tracciatura dei farmaci, un controllo sui costi, ma anche per liberare risorse».
Accordi regionali come punto di partenza
Da capire comunque «il reale impatto di quanto previsto». C'è poi una riflessione: nel testo, «si fa riferimento alla possibilità di realizzare il potenziamento della Dpc secondo modalità e condizioni degli accordi regionali. Ma è innegabile che, soprattutto in un momento come questo, una risposta omogenea ai bisogni dei cittadini sia indispensabile. Un servizio a ventuno velocità non è pensabile e per questo ci auguriamo che le Regioni potranno rendersi disponibili a realizzare quanto previsto dalla legge e quanto i cittadini» - ascoltati di recente attraverso il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale in Commissione Semplificazione - «hanno richiesto a gran voce: il rispetto del tempo paziente e la tutela della fragilità. Certamente, ci auguriamo che questo possa essere un punto di partenza di un percorso, organico e duraturo, che faccia diventare il sistema farmacia sempre più centrale e integrato con le altre funzioni del Ssn, anche dopo l'emergenza».