Contraffazione, Di Giorgio (Aifa): da Olanda scoperti 20 distributori in uno nel Lazio

10/09/2016


Venti distributori farmaceutici all'interno di un unico capannone, presunte aziende che tutto avevano fuorché i requisiti previsti dalla legge per un corretto svolgimento del servizio di distribuzione intermedia dei medicinali. A scoprirlo sono stati gli organismi di controllo dell'Agenzia italiana del farmaco e i Nas, a partire da una segnalazione arrivata dall'Olanda.

«Questo episodio dimostra l'importanza dell'approccio internazionale che hanno le amministrazioni centrali italiane - afferma il Direttore dell'Ufficio Qualità dei prodotti e Contraffazione dell'Aifa Domenico Di Giorgio parlando con F-online - Dopo l'indagine sui furti siamo diventati il punto di riferimento anche per i grossisti esteri per i casi di prodotti sospetti di origine italiana - racconta Di Giorgio - È successo un po' più di un anno fa che un grossista olandese ci contattasse perché aveva ricevuto strane confezioni di cialis dall'Italia: dopo aver visionato le foto delle scatole ci siamo resi conto che il farmaco era cialis italiano con tanto di bollino, ma i bollini erano falsi perché avevano tutti lo stesso codice. Abbiamo detto al grossista di bloccare subito il pacco, ci siamo fatti mandare le fatture e grazie alla collaborazione dei Nas siamo risaliti a ritroso alla filiera di distribuzione. Il primo anello era un grossista del nord Italia che era quello che materialmente aveva spedito in Olanda le scatole false: questo è stato ispezionato, ci ha consegnato le fatture di acquisto dei falsi che risaliva a un grossista romano il quale a sua volta aveva comprato tramite internet da un grossista inesistente che gli aveva proposto una licenza completamente falsa della regione Campania. Quando i Nas sono andati a verificare questa situazione - prosegue Di Giorgio - hanno trovato una struttura all'interno della quale erano raggruppati i magazzini di una ventina di farmacie con licenza da grossista, che non sembravano avere i requisiti di base della 219, ad esempio in termini di aree di separazione e di licenze. È stata segnalata anche la violazione relativa all'acquisto da operatore non autorizzato. In seguito la Regione Lazio ha revocato alcune licenze, potrebbe anche essere che alcuni operatori interessati abbiano cercato di rimettersi in regola e abbiano nuovamente richiesto la licenza. È molto difficile credere che una struttura come quella trovata a Formello sia idonea a detenere il 90 per cento delle specialità in commercio come vorrebbe la 219, per ciascuno dei 20 distributori all'interno del capannone. Sembrava più un "parcheggio per farmaci" che vanno esportati che un operatore che offre un servizio al territorio - rimarca Di Giorgio - Se si tratta di un servizio al territorio, più che legittimo, va gestito in una certa maniera, altrimenti rischia di diventare la porta da cui poi escono farmaci che generano carenze e dunque problemi di salute pubblica».