Tracciabilità Europea, da esclusione farmaci da banco timori per infiltrazioni su web

05/11/2018


Oggi, in Italia, qualunque farmaco è sottoposto a tracciatura e questo è uno degli elementi che rende sicuro ed efficace il sistema di controllo del nostro Paese. Con il 2019, prenderà il via la nuova tracciabilità europea, a cui anche l'Italia dovrà adeguarsi, pur con una deroga, ma le preoccupazioni non sono poche. Anche perché, come era stato sottolineato nel corso dell'Indagine parlamentare sulla contraffazione farmaceutica, conclusa l'anno scorso, "se il sistema di tracciatura Datamatrix è più capiente dal punto di vista della quantità dei dati trattabili, vedrà ridurre il numero di prodotti sottoposti a controllo, che non sarà più riferibile a tutti i farmaci, ma a quelli considerati più a rischio". Una criticità, questa, non da poco: «Basti pensare, per fare un esempio, ai farmaci da banco, che rappresentano l'unica categoria, in Italia, per la quale sia possibile la vendita online. Dato che il web è il canale più altamente infiltrabile da prodotti contraffatti, in assenza di tracciatura viene meno un importante elemento per intercettare le problematiche» è la riflessione di Domenico Di Giorgio, Dirigente Ufficio Qualità dei prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico dell'Aifa, in un'intervista a F-Online. «Obiettivo della direttiva europea» continua «è quello di armonizzare e collegare i sistemi dei vari Stati. Per il nostro Paese, da tutti considerato un modello in tema di sicurezza del sistema di anticontraffazione, c'è, in questo senso, la necessità di evitare che i cambiamenti ne incrinino il livello di qualità ed efficacia. Come Aifa, da tempo ci siamo mossi, al fianco del Ministero della Salute, in un'azione di tutela: la deroga che è stata ottenuta è andata proprio nella direzione di permettere all'Italia di inserirsi in un momento in cui il sistema Europeo sarà più maturo.

Oggi, l'idea che stiamo perseguendo è quella di fare in modo che le buone pratiche messe a punto non restino solo patrimonio della nostra area ma possano diventare uno standard per tutti. Obiettivo è elevare il più possibile il livello di qualità e sicurezza dei sistemi di difesa messi in piedi negli altri Stati. Abbiamo scelto di seguire un approccio che parta dal basso, che agisca cioè sulla operatività dei vari Paesi, più che sul livello normativo. In questa direzione, a tutti i tavoli a cui partecipiamo, portiamo l'esperienza positiva dell'Italia: abbiamo molte buone pratiche e tra i punti di forza c'è una forza di polizia specializzata, un sistema di tracciabilità esteso, una sinergia e collaborazione consolidata tra Ministero della Salute, Aifa, Nas, Regioni, e filiera. Quello che vorremmo è che gli altri sistemi prendano ispirazione dal nostro modello. Un altro sforzo messo in campo di recente è stato quello di rappresentare all'Europa in che modo utilizziamo i dati di tracciabilità per fare intelligence e contrastare il crimine farmaceutico. Siamo fiduciosi che perseguendo questa via arriveremo a risultati positivi».