Emilia Romagna, migliora attuazione accordo Dpc. Rimangono disservizi locali

24/07/2017


Una situazione in lento ridimensionamento quella della distribuzione diretta in Emilia Romagna, anche se in alcune aree, in particolare la Romagna, l'accordo sulla Dpc stenta a prendere piede e rimangono situazioni di disagio per i pazienti. È questo il quadro che Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna, dipinge alla vigilia dell'incontro di monitoraggio sui volumi della distribuzione nei due canali previsto dall'accordo sulla Dpc in cui la Regione si è posta l'obiettivo di omogeneizzare la distribuzione su tutto il territorio e riequilibrare i canali. «Una situazione in cui a soffrire sono i pazienti» fa il punto.

«Dai dati di maggio risulta che la Dpc sta partendo, sia pure lentamente, in alcune province. Dopo la zona nord dell'Emilia, con Piacenza, Parma, in particolare, si rileva anche una discreta crescita a Bologna e a Modena si nota qualche movimento, probabilmente segno che anche lì forse si sta iniziando ad attuare l'accordo. La situazione è in lento miglioramento ma certamente dati ufficiali li avremo nell'incontro previsto settimana prossima con la Regione». Intanto si registrano casi di difficoltà per i pazienti legati alla distribuzione diretta: «Proprio settimana scorsa abbiamo mandato una lettera all'assessore per la salute segnalando il disservizio riscontrato da un paziente a seguito dalla pratica, comune anche ad altre regioni, di inserire alcuni farmaci di fascia A-Pht nella categoria Concedibili extra-farmacia (Cef) così da prevederne una distribuzione diretta in ospedali e distretti. A parte il fatto che spesso i pazienti non sono informati del fatto che il farmaco non può essere ritirato nella farmacia sotto casa, si registrano però disservizi. Nel caso che abbiamo segnalato, in particolare, il paziente, una volta arrivato allo sportello pubblico, ha scoperto che la struttura aveva l'orario estivo e apriva soltanto in alcuni pomeriggi e su appuntamento. Tornato in farmacia, è stato indirizzato a un altro sportello di un importante ospedale della zona, ma neanche lì la sua richiesta ha trovato risposta. Solo dopo un ulteriore spostamento, al paziente è stato dato appuntamento per la prossima settimana per ritirare il farmaco. Una situazione questa che può creare davvero difficoltà ai pazienti e che occorre tenere in maggiore considerazione». Come abbiamo scritto nella lettera ci chiediamo per quale motivo questa lista di farmaci non sia presente all'interno dell'elenco previsto per la DPC ed esprimiamo preoccupazione sui disagi causati al cittadino dalla mancata applicazione dell'accordo, senza considerare i problemi che potrebbero insorgere nel momento in cui il farmaco non possa essere somministrato nei tempi previsti dalla terapia».