Farmaci falsi, Mirone: farmacie baluardo, ma serve impegno congiunto per più informazione

11/06/2017


La contraffazione dei farmaci è un fenomeno in continua crescita e oggi vale solo negli Usa circa 520 milioni di dollari. Se il dato vede, dall'inizio dell'anno a oggi, oltre seimila siti web illegali di vendita di farmaci chiusi e 20mila nel 2016, è segno che, pur a fronte di una attività di contrasto, la capacità di riorganizzarsi delle organizzazioni criminose permane. In questo contesto, diventa fondamentale allora un'azione che incida sui cittadini, attraverso una campagna di sensibilizzazione che metta in luce i rischi per la salute che si corrono quando ci si rivolge a canali non controllati. La riflessione è partita da convegno "Contraffazione: un virus da estirpare" promosso da Federfarma Servizi e Società italiana di urologia, in collaborazione con l'Aifa e i Nas, e con il patrocinio del ministero della Salute, che si è tenuto al Nobile Collegio di Roma ed è proprio da queste premesse che è stato lanciato il progetto di informazione a operatori sanitari e cittadini, Clip Fakeshare, promosso da Federfarma Servizi insieme ad Aifa, e realizzato da Socialfarma.

«Quello della contraffazione dei farmaci» spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, «è un tema su cui non c'è ancora abbastanza consapevolezza da parte dei cittadini, mentre sta emergendo che il problema è più diffuso e più rischioso di quanto si pensi. Noi siamo da sempre attenti a fenomeni distorsivi che investono il settore farmaceutico e ci siamo attivati fin da subito su temi quali la lotta alla indisponibilità dei farmaci, alla proliferazione del parallel trade e, appunto, alla contraffazione. Su questo fronte, quello che emerge e che va sottolineato ai cittadini è che la filiera tradizionale rappresenta un baluardo. Per questo, appare evidente che la strada da percorrere è la corretta informazione al cittadino, la divulgazione di dati certi che mettano in luce la diffusione e i meccanismi alla base del fenomeno, ma soprattutto sottolineino i rischi per la salute». Da qui il senso del progetto Clip Fakeshare - una serie di video informativi consultabili online sulla piattaforma Socialfarma - che si inserisce nel più ampio contesto della campagna europea Fakeshare, coordinata dall'Aifa e co-finanziata dal Programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" della CE: «Da parte nostra» continua Mirone «abbiamo promosso insieme ad Aifa e Siu un progetto di comunicazione per sensibilizzare i cittadini, mostrando i rischi e i pericoli di salute che si corrono dall'acquisto di farmaci da canali non tradizionali, e per sollecitare gli operatori della salute che entrano in contatto con i pazienti a un'azione di educazione. Un approccio che speriamo di riuscire a potenziare anche in futuro insieme agli altri attori della filiera. Già in occasione del convegno abbiamo raccolto una disponibilità da parte di Farmindustria, Assogenerici, Federfarma e Assofarm e speriamo di riuscire a realizzare una campagna di comunicazione a tutto tondo ed efficace. Intanto, intendiamo distribuire con la massima diffusione possibile le Clip, già realizzate dall'Aifa, destinate anche agli operatori sanitari, ma come step successivo stiamo pensando a una campagna di comunicazione di più immediata fruibilità per i cittadini con il coinvolgimento di alcuni testimonial pubblici, come per esempio attori, per rendere più efficace il messaggio».

D'altra parte, il fenomeno «è sempre più presente tra i giovani» interviene Giuseppe Carrieri, componente del comitato esecutivo della Società scientifica, sottolineando come in particolare gli urologi siano tra i medici più coinvolti nella problematica. «La maggior parte delle contraffazioni riguardano farmaci per la disfunzione erettile, che vedono un ricorso a canali non tradizionali anche per una questione di privacy». «E i giovani» aggiunge Vincenzo Mirone, segretario generale della Siu, «già più propensi, in generale, a rivolgersi al web, sentono con più intensità il peso dell'aspettativa. In questo senso, il ricorso al farmaco per la disfunzione erettile è una sorta di doping, che in primo luogo è mentale, con effetti però dirompenti». In questo quadro, «il fenomeno è in continua crescita ed è stato stimato che i farmaci contraffatti possono portare alla morte 700mila persone all'anno». D'altra parte, «solo l'1% dei farmaci contraffatti sono copie dell'originale e, in generale, dei farmaci acquistati da fonti non controllate circa il 32% non contiene alcun principio attivo, il 20% ne contiene quantità non corrette, il 21,4% eÌ composto da ingredienti sbagliati. È poi l'8,5% che contiene alti livelli di impurità e contaminanti, quali veleno per topi, nichel, polvere di mattoni». C'è poi un altro grosso problema: «La catena produttiva in molti casi rimane la stessa per i vari farmaci e dosi di principio attivo di un farmaco possono entrare in farmaci che non dovrebbero contenerli, determinando conseguenze letali in chi li assume - pensiamo ai casi della cronaca legati ad effetti ipoglicemici riscontrati in farmaci per la disfunzione erettile».

Tra le categorie su cui c'è più richiesta, «al primo posto ci sono i farmaci contro la disfunzione erettile, che rappresentano il 60-70% dei farmaci falsi venduti sul web. Seguono i prodotti per dimagrire, gli anabolizzanti e si stanno facendo sempre più strada i farmaci oncologici, anche per una questione di costi». Da qui partono «due riflessioni: soprattutto quando le problematiche di disfunzioni sessuali sono legate a patologie preesistenti, non varrebbe forse la pena fare in modo che tali farmaci siano ricompresi nel piano terapeutico del paziente? E poi mi chiedo: se un bambino sotto i tredici anni può acquistare da un sito illegale un farmaco con la carta di credito non è forse un contesto complessivo che è in qualche modo carente?». Ecco allora ancora più forte la necessità «che ci vede riuniti qui: creare un mondo compatto, tra tutte le professioni, medici e farmacisti, filiera, insieme a Nas e Aifa, per trovare modi efficaci di trasferire informazioni nel modo corretto ai cittadini e in particolare ai giovani».

«Un tema» aggiunge il colonnello Erasmo Fontana, comandante del Comando Nas di Roma «che ci vede da tempo attivi, anche perché non è sempre vero che all'aumentare dei controlli il fenomeno diminuisca e, anzi, talvolta i controlli hanno l'effetto contemporaneo di definirne maggiormente i contorni. Ma c'è soprattutto una considerazione: Internet è la minaccia principale in materia di contraffazione di farmaci, ma è solo un'autostrada, nelle cui maglie si maschera chi tira realmente le fila del fenomeno. Anche quando vengono chiusi siti e vengono individuati i server, i centri dell'organizzazione criminale, che si trovano in paesi ancora diversi, al di fuori spesso della Ue, non vengono raggiunti e, pur a fronte di un'azione repressiva, la capacità criminosa rimane e rimane la possibilità di riproporre lo stesso metodo». Con la conseguenza che «per siti che chiudono altri ne nascono, con, magari, piccole differenze nel nome». Ma tutto questo «è connesso sostanzialmente a una domanda che è molto alta. L'azione allora deve essere a maggior ragione diretta anche alla sensibilizzazione degli utenti».