Cosmofarma: innovativi, pharmaceutical care, assicurazioni nel Convegno di Federfarma Servizi

26/04/2017


I sistemi sanitari sono sempre più in crisi, mentre i bisogni di salute della popolazione si stanno evolvendo con maggiore velocità verso cronicità e multimorbilità. E intanto sulla sanità pubblica di tutta Europa - ma anche sul mondo del farmaco - si stanno affacciando soggetti nuovi, quali per esempio le assicurazioni. Tutti elementi di cambiamento con i quali è necessario confrontarsi per ripensare, secondo una strategia che sia «di attacco e non di difesa», percorsi di valorizzazione e di sviluppo. Sono questi alcuni spunti di riflessione che partiranno dal convengo "Autonomia imprenditoriale e sistema evoluto di rete" organizzato da Federfarma Servizi sabato (ore 1630, Sala Madrigale - Pad.36 - 1 piano) nell'ambito di Cosmofarma, che si terrà alla fiera di Bologna da venerdì 5 a domenica 7. «Credo sia fondamentale partire da una riflessione» spiega Erika Mallarini, docente Sda Bocconi, che interverrà nel corso del convegno: «la spinta a costituire reti non è direttamente collegata alla presenza di una normativa che favorisce l'ingresso del capitale nel sistema e questo è evidente dai dati europei. Le reti sono presenti in maniera massiva - si parla dell'85% delle farmacie in rete - anche in Paesi come la Germania, dove non esiste la possibilità da parte del capitale di entrare nella proprietà delle farmacie e dove c'è il limite di una farmacia a soggetto. La realtà è che nella maggior parte dei Paesi europei reti non di proprietà si stanno sviluppando - e anche con una certa rapidità - per sfruttare le opportunità e le attività avanzate necessarie allo sviluppo della farmacia, dall'aderenza alla terapia, alla presa in carico della cronicità, alla gestione del farmaco innovativo». Analizzando «proprio questo ambito, è chiaro che il farmaco innovativo richiede attività di somministrazione avanzate, con disponibilità di altre figure professionali, meccanismi di conservazione del prodotto, monitoraggio sul paziente, insomma tutta una serie di operazioni che a loro volta necessitano di formazione di alto livello, servizi centralizzati di tipo informatico e logistico, e così via. La rete, in questo caso, è necessaria perché c'è bisogno di attivare una serie di processi, attenersi a procedure, requisiti e standard, creare specializzazioni, fare affidamento a un soggetto che controlli e faccia da garante, non possibili per la singola farmacia». Da qui la riflessione: «per avere la possibilità di un ritorno dei farmaci innovativi in farmacia è necessaria un'aggregazione in rete, qualsiasi sia la forma contrattuale». C'è poi un altro scenario, «purtroppo sottovalutato» continua Mallarini «per il quale in Europa si sono sviluppate le reti: la presenza sempre più importante nella sanità e nei sistemi sanitari europei del mondo delle assicurazioni. Le assicurazioni stanno già lavorando al convenzionamento dei farmaci anche in Italia e i soggetti possibili sono farmacie o aziende produttive. Ma una volta che le convenzioni vengono attivate con le aziende, il mondo delle farmacie rimane fuori. E l'Italia è più avanti di quello che si pensi: guardiamo per esempio a quanto sta succedendo nell'area ambulatoriale». In conclusione, quello che «vorrei sottolineare è che quella dell'aggregazione non è una strategia di difesa, ma di attacco».
Altro tema del convengo, fanno il punto Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta, studio Guandalini, che interverranno, sarà invece «una riflessione sulla funzione strategica che la cooperazione ha ricoperto e sul ruolo, fondamentale, che ha avuto, soprattutto in passato, e che oggi è messo di fronte a un bivio determinato dalle trasformazioni in atto. Il momento che stiamo attraversando, lo si sa, è di difficolta. Per questo ci poniamo l'obiettivo di offrire strumenti di riflessione per ripensare il ruolo che la cooperazione deve avere nella filiera e nel mondo delle farmacie, alla ricerca di una funzione propulsiva del cambiamento e senza esimerci da una disanima di errori storici, scenari plausibili e scelte strategiche sostenibili. La nostra sarà un'analisi di quanto sta accadendo, di cosa si profila all'orizzonte ma soprattutto intendiamo presentare una serie di percorsi utili per valorizzare il sistema della cooperazione e per ridare al modello quella centralità che ha sempre avuto. Perché il punto è che la cooperazione non si deve limitare a cavalcare il cambiamento, ma lo deve governare. Per questo una delle domande che cercheremo di affrontare è se quanto è stato fatto e pensato finora è corretto in questa direzione oppure se ci sono delle alternative?»