Indisponibilità, Di Giorgio: disposti ad ascoltare le problematiche. Normativa rimane punto fermo
14/03/2017
È un passaggio importante la presenza, per la prima volta, al Tavolo tecnico sulle indisponibilità dell'Associazione nazionale dei farmacisti grossisti perché è in linea con il metodo fino a qui adottato nel confronto tra tutte le sigle della filiera, che è quello della condivisione delle problematiche piuttosto che della contrapposizione. Ma sui contenuti non c'è stato (e non ci sarà) alcun cedimento o ripensamento rispetto ai punti fermi fissati dalla normativa, della non sovrapponibilità tra vendita al dettaglio e distribuzione all'ingrosso di farmaci, che anzi è stata ribadita con forza, richiamando tanto il parere del ministero della Salute del 2 ottobre 2015, quanto il protocollo sulle indisponibilità del settembre scorso. A fare il punto sul tavolo Domenico Di Giorgio, Dirigente Ufficio Qualità dei prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico dell'Aifa e coordinatore del Tavolo, che in un'intervista a F-online spiega: «I lavori stanno procedendo in maniera stringente e ci sentiamo ottimisti sul fatto che potremo raggiungere risultati pratici. Un dato che stiamo registrando è una crescente partecipazione di sigle e addirittura nella riunione di qualche giorno fa abbiamo contato la presenza di 36 delegati».
Con due novità: «un delegato della Campania e, appunto, due dell'Associazione nazionale farmacisti grossisti». In particolare, con ANFG il punto «su cui è aperto il confronto riguarda le transazioni da farmacia a grossista. Un nodo su cui, lo ribadiamo, il tavolo ha già preso una posizione e soprattutto l'interpretazione della normativa è chiara». Da parte sua, continua Di Giorgio, «l'Associazione ha sollevato una serie di problematiche operative che stanno alla base del ricorso a questa transazione. Siamo ora in attesa di una relazione che illustri nel dettaglio la situazione in modo da portare le tematiche nel vivo della discussione, non nella direzione di una deroga, che, lo ribadiamo, non può esserci, ma per cercare risposte e soluzioni in una visione più ampia». Sul tema la filiera è unita: l'importanza del protocollo di settembre è stata ribadita, in un'intervista a margine del convegno "Chi l'ha detto che donne e uomini sono uguali? Pari opportunità nella differenza", promosso da Farmindustria alla vigilia della festa delle donne, anche da Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria: «Abbiamo, tutti insieme, firmato un protocollo; abbiamo avviato questo tavolo in cui ci stiamo confrontando»: sono tutti segnali di una «volontà di risolvere la problematica». L'obiettivo di tutti è quello di «non far mancare ai malati del nostro paese i farmaci». A fronte di una «produzione industriale che è superiore al bisogno del nostro Paese, sapendo che c'è l'export parallelo, alcuni malati non riescono a ricevere alcuni farmaci e questo è un peccato». La volontà c'è: «va fatto un atto di coscienza e responsabilità tutti insieme, perché i nostri malati, prima della esportazione, possano avere i farmaci di cui hanno bisogno».
«Le problematiche vanno segnalate ma le risposte che si possono dare devono essere comunque entro il perimetro di quanto permesso» ribadisce Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, presente al tavolo. «Questa è la posizione comune della filiera e l'abbiamo ribadita. Credo che il tavolo stia lavorando bene e che ci sia la volontà di arrivare a una soluzione. La presenza dei farmacisti grossisti è importante e credo che anche su questi punti si possa arrivare a una risposta». Va rilevato comunque, continua, che «il fenomeno è complesso, ha cause multifattoriali e si colloca in un mercato comune europeo, in una dimensione che scavalca i confini italiani del problema. Quand'anche alcune situazioni dovessero risolversi, il fenomeno diventerebbe certo meno impattante, ma non cesserebbe di esistere. Il terreno è delicato e l'argomento va affrontato con circospezione, anche per non incorrere in sanzioni che vengano da Bruxelles. Certamente, il tavolo lavora bene e sta mettendo in essere tutto quanto è possibile fare e credo che occorrerà pensare a soluzioni creative». Sono tanti comunque i temi sul tappeto.
Tra questi la questione del requisito minimo dei grossisti di detenere il 90% delle referenze autorizzate: «il metodo della discussione» continua Di Giorgio «è quello seguito per l'elaborazione del memorandum: un gruppo di lavoro sta predisponendo un testo di partenza che viene portato al tavolo per raccogliere i commenti di tutti e trovare una convergenza di punti di vista. Dal prossimo incontro entreremo nel vivo». Nel dettaglio, l'obbligo pare di difficile realizzazione perché carenza e indisponibilità di farmaci sono problemi avvertiti anche a livello di distribuzione intermedia e un'idea portata avanti è di abbassare il numero di riferimento delle referenze (che oggi sono oltre 8700). Ma tra le altre tematiche «si lavora anche nella direzione di sviluppare procedure di intervento per casistiche in cui si rilevino particolari problemi di salute, in una chiave preventiva quindi», ma anche «ad attività di formazione di chi fa i controlli, con la possibilità di una condivisione di informazioni».