ER, intesa su Dpc. Da Regione 5 milioni di euro per portare 1,7 milioni di pezzi alle farmacie

27/02/2017


Arriva dopo oltre un anno di difficile confronto - che ha visto anche momenti di tensione culminati con la mezza giornata di sciopero del 26 gennaio - la firma all'intesa sulla distribuzione dei farmaci tra Regione Emilia Romagna, Federfarma e Assofarm. Un accordo che rinnova fino al 2018 il patto sulla Dpc del 2014 - rimasto per altro lettera morta in alcune Asl - e che vede un investimento da parte della Regione di oltre 5,6 milioni di euro. Di questi, cinque milioni sono destinati alla spesa farmaceutica per la copertura del passaggio dalla distribuzione diretta alla convenzionata di un milione e 220mila pezzi di extra-Pht e dalla diretta alla Dpc di circa 500mila pezzi del Pht (pari a un incremento di circa il 30%), con un riequilibrio nei pesi delle diverse modalità distributive che, stando a quanto riferisce la Regione in una nota, riporterà sul territorio l'assistenza farmaceutica di circa «100mila assistiti». La cifra restante, pari a 650mila euro, andrà invece a sostegno delle farmacie rurali e a bassa redditività. Nell'accordo è previsto poi un primo passo nella direzione della presa in carico dei pazienti fragili, in particolare attraverso «campagne vaccinali, di promozione dell'appropriato uso dei farmaci e di prevenzione della resistenza agli antibiotici», e in questa direzione verranno presto istituiti tavoli sul tema. Si tratta di progetti per i quali, almeno al momento, non sono previste forme di finanziamento e che dovrebbero essere avviati in via sperimentale, ma che, a fronte di risultati, potrebbero trovare la regione favorevole per una copertura economica.

La soddisfazione è generale: per Domenico Dal Re, presidente di Federfarma Emilia Romagna «la Regione ha maturato la consapevolezza del ruolo fondamentale delle farmacie come insostituibile presidio sanitario». E in particolare, in merito alla presa in carico del paziente fragile, «la farmacia diventa in questo modo da indispensabile a insostituibile. Un passaggio fondamentale per la sanità futura e per il futuro stesso delle farmacie». Quanto alla remunerazione, se è vero che c'è stato un ridimensionamento rispetto al precedente accordo, passando da 3,70 a 3,20 euro a pezzo, «la diretta in alcune Asl era talmente alta che siamo dovuti scendere a patti. Ma quello che è più conta è che la Regione ha investito e che sono risorse che tornano alla farmacia».

«È un clima che sta cambiando» rileva Ernesto Toschi, coordinatore delle farmacie comunali dell'Emilia Romagna «e credo che, anche grazie alla nostra presenza, la Regione abbia capito che non si può continuare a penalizzare una categoria importante e presente sul territorio». In particolare «per le farmacie comunali l'intesa ha un significato in più perché rappresenta una riapertura di rapporti corretti che nell'ultimo decennio sono stati spesso conflittuali e difficili». Complessivamente «l'accordo rappresenta un primo passo nella direzione di una diminuzione della distribuzione diretta, che in Emilia Romagna ha cifre esorbitanti. I numeri dei prodotti tornati al territorio sono importanti ma va detto che la strada da fare è ancora lunga. E dalla politica abbiamo colto una certa disponibilità sul tema». La Regione, continua Toschi «ha messo sul piatto quelle risorse, che comunque andranno alla spesa farmaceutica, e quindi alle farmacie, sia che il ridimensionamento della diretta verrà operato nei termini indicati sia in caso contrario. C'è tutto l'interesse quindi per dare applicazione all'accordo».

«Certamente» aggiunge Dal Re «una soluzione di ambito nazionale sarebbe auspicabile anche per una maggiore garanzia di omogeneità di applicazione e sulla remunerazione. Ma questo rimane un buon punto di partenza per la nostra realtà».Il clima di soddisfazione è condiviso anche dalla regione: «Abbiamo raggiunto finalmente soluzioni condivise» hanno commentato in una nota Stefano Bonaccini, presidente della Regione, e Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute, «Iniziamo quindi un percorso di ridefinizione dei canali distributivi, in modo da valorizzare la rete delle farmacie presenti sul territorio e consentire ai cittadini di avere un migliore accesso ai farmaci. Questo comporterà un impegno - economico - per la Regione, e un impegno per i farmacisti convenzionati nel sensibilizzare la cittadinanza verso il buon uso dei farmaci».