Nuova remunerazione e Convenzione, Assofarm: riavviare il confronto per dare respiro a farmacia

07/03/2022


La farmacia è sempre più radicata come presidio di salute sul territorio, ma restano una serie di questioni aperte - quali la nuova remunerazione e il rinnovo della Convenzione - che non sono più rimandabili. Se le farmacie sono davvero elementi fondamentali per il rilancio della medicina territoriale, è necessario far evolvere di pari passo strumenti e sostenibilità.

A fare le riflessioni Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, in una videointervista a Farmacista33.
«In questi ultimi mesi», ha spiegato Gizzi, «sono state riavviate le interlocuzioni con le istituzioni in merito al rinnovo della Convenzione. Nei confronti con la Sisac c'è stata disponibilità nell'affrontare le distanze in maniera costruttiva, ma resta il fatto che alla base della discussione c'è un Atto di indirizzo delle Regioni che ormai è superato. A oggi, dopo due anni di pandemia, non si può non tenere conto del ruolo della farmacia per la popolazione e della presenza di circa 35.000 farmacisti vaccinatori abilitati. Nel corso delle interlocuzioni, è stato chiesto un aggiornamento dell'Atto di indirizzo e, al momento, siamo ancora in attesa».

Anche sul fronte della remunerazione «c'è una situazione di stallo. La remunerazione aggiuntiva, con le risorse stanziate per il 2021 e 2022, serve a dare respiro alle farmacie e, certamente, è stata una dimostrazione di attenzione verso i sacrifici fatti in questo periodo. Ma per ridare dignità alla professionalità del farmacista e al ruolo che la farmacia può rivestire nella medicina territoriale occorre riaprire il tavolo e rivedere l'impianto stesso». Da parte nostra, «rinnoviamo ancora l'appello per il rilancio dei Tavoli e, al contempo, non cesseremo di portare avanti anche quegli emendamenti che finora non sono stati accolti nei provvedimenti licenziati dal Parlamento, volti ad armonizzare su tutto il territorio nazionale il rientro in farmacia di quei medicinali che passano dalla prescrizione specialistica a quella del medico di medicina generale».