Diretta e Dpc, dal Rapporto Osmed 2020 focus sulla variabilità regionale

26/07/2021


Nel 2020 la spesa pro capite per i farmaci dispensati attraverso la Distribuzione diretta e la Distribuzione per conto di fascia A, H e C eÌ stata pari a 140,8 euro, per un totale di 8,4 miliardi di euro, e ha segnato un aumento del 2,2% rispetto all'anno precedente. È questo uno degli scenari evidenziati dal Rapporto Osmed 2020 sul consumo dei farmaci in Italia, presentato venerdì dall'Aifa, che mette in luce una grande disomogeneità sul territorio.


Distribuzione diretta e per conto a confronto

A livello nazionale «la spesa della distribuzione diretta ha un'incidenza percentuale del 75,6%, pari a un valore pro capite di 106,50 euro, mentre quella della distribuzione per conto del 24,4%, è pari a un valore pro capite di 34,30 euro», si legge nel Rapporto. «Tale composizione sottende un'ampia variabilità regionale»: in particolare, «le Regioni del Sud osservano un valore maggiore (151,80 euro) rispetto a quelle del Centro (150,90 euro) e del Nord (128,80 euro), registrando tuttavia andamenti molto diversi per le due differenti modalità erogative.

Nel dettaglio, «la Distribuzione diretta presenta la maggior incidenza in Emilia-Romagna (89,6%) e Sardegna (83,3%) e la minore in Calabria (50,7%) e Lazio (63,8%). Analizzando la spesa, invece, la Sardegna evidenzia il maggior valore di spesa pro capite (159 euro) e la Calabria il più basso (21,90 euro)». Parallelamente, per quanto riguarda la Distribuzione per conto, «invece, è il Molise la Regione che registra la maggiore spesa pro capite (55,30 euro), mentre l'Emilia Romagna la più bassa (15,30 euro)». In generale, «contrariamente a quanto osservato negli ultimi due anni, a livello nazionale, i farmaci di classe H rappresentano la principale quota di spesa (50%), seguiti dai farmaci di classe A (48,9%), mentre i farmaci di classe C rappresentano una quota residuale (1,1%). Al Nord l'incidenza dei farmaci di classe H raggiunge il 51,7%, mentre presenta valori più bassi e dunque in linea con gli andamenti degli anni passati sia al Centro (49,3%) sia al Sud (48,4%)».


La variabilità regionale tra costi e consumi

Un dato interessante emerge analizzando la disomogeneità territoriale, in particolare in relazione a «quantità e costo medio Ddd dei farmaci erogati». In questo caso, in relazione alla distribuzione diretta, «Emilia-Romagna e Provincia autonoma di Trento consumano, rispetto alla media nazionale, maggiori quantità, ma con un minor costo medio per giornata di terapia; al contrario sono soprattutto Molise, Lombardia e Lazio a consumare minori quantità ma maggiormente costose. La Toscana, per questa modalità erogativa, mostra un andamento sia di consumo, sia di costo medio Ddd perfettamente in linea con la media nazionale».

Altra situazione emerge dall'analogo focus sulla Distribuzione per conto: «Toscana e Umbria rappresentano le Regioni che consumano maggiori quantità ma con un costo più elevato, insieme a Marche, Liguria, Sicilia, Piemonte e Veneto, mentre Calabria e Lombardia sono le Regioni che presentano i maggiori scostamenti dalla media nazionale, consumando minori quantità di farmaci ma con un costo medio Ddd più alto».
La grande variabilità regionale è visibile poi in relazione al parametro del costo tout court: sempre rispetto alla Distribuzione per conto, «in Sicilia il 46% delle confezioni ha un costo inferiore ai 10 euro, nella Provincia autonoma di Bolzano il 59,2% ha un costo compreso tra i 30 e i 49 euro e in Puglia il 43,15% ha un costo compreso tra i 50 e i 149 euro». In generale, «un terzo delle confezioni dispensate attraverso questo canale ha un costo inferiore ai 10 euro (30,4%), mentre un altro terzo ha un costo compreso tra i 30 e i 49 euro. Percentuali molto basse invece riguardano i farmaci con costi maggiori».