Vaccini anti-Covid, si va verso un modello capillare. Mirone: pronti anche a un ruolo più professionale
07/06/2021
Prima l'Ordinanza del ministero della Salute che ratifica la possibilità per le Regioni di avvalersi dei grossisti nella consegna alle farmacie territoriali dei contenitori di vaccini predisposti dai presidi ospedalieri; poi le Linee guida che il Commissario Straordinario ha inviato ai governatori per sottolineare la necessità di un graduale passaggio da una gestione centralizzata delle vaccinazioni, presso gli Hub, a un sistema capillare, che veda come protagonisti farmacisti e medici di medicina generale. Si tratta di due prese di posizione che, a distanza di pochi giorni, «testimoniano la volontà pubblica di passare da una gestione della pandemia di tipo emergenziale a una più ordinaria, valorizzando quello che è il canale e la filiera tradizionale, vale a dire la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia», è il commento di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
I due documenti palesano «l'intenzione», spiega Mirone, «di valorizzare le strutture ordinarie del Ssn, trasferendo, in particolare, il vaccino dall'asset delle grandi realtà, a quello tradizionalmente utilizzato per farmaci e dispositivi, con un graduale affidamento della fase distributiva alla rete dei grossisti sul territorio e della somministrazione a farmacie e medici di medicina generale. Da parte nostra, cogliamo positivamente queste prese di posizione e ribadiamo la nostra totale disponibilità nella direzione della realizzazione di un sistema di vaccinazioni sostenibile e stabile nel tempo».
Da Mirone parte poi una ulteriore riflessione: «Qualora, poi, nella pratica, dovesse emergere un sottodimensionamento delle risorse organizzative di alcune realtà regionali, ci mettiamo a disposizione anche per una eventuale gestione della fase di sconfezionamento e rietichettatura dei contenitori, che poggerebbe, peraltro, su una valorizzazione delle competenze già presenti al nostro interno».
Nell'augurarci, a ogni modo, che, quanto prima, sia possibile «tornare a un concetto di sanità di prossimità», continua Mirone, «non posso, tuttavia, non rilevare, ancora una volta, una grande disomogeneità in quanto sta avvenendo a livello di singole Regioni. Proprio nei giorni scorsi abbiamo avuto una riunione del Consiglio dei delegati regionali, interna a Federfarma Servizi, per fare una panoramica della distribuzione dei vaccini nei diversi territori. A emergere è una situazione che vede Amministrazioni più avanti - come per esempio il Lazio, che sta accelerando i preparativi per avviare ai primi di giugno la somministrazione in farmacia da parte di farmacisti - e altre che sono ancora in fase di trattativa, di studio o di analisi».
Stessa situazione anche sul fronte dei modelli organizzativi, dove «vediamo affermarsi profonde differenze tra un territorio e l'altro». Al riguardo, «proprio di recente, nelle nostre interlocuzioni con il Commissario straordinario, abbiamo ribadito la necessità non solo di operare il più possibile verso un obiettivo di omogeneizzazione dell'assistenza, ma anche di continuare a vigilare sulla tutela del tradizionale canale della distribuzione farmaceutica, quale punto di riferimento di sicurezza per i cittadini».