Covid-19 e servizi, Mirone: le intese funzionano meglio se c'è condivisione in filiera

21/12/2020


Favorire lo scambio di esperienze e informazioni, ma anche rendere disponibili progetti definiti e rodati da esportare nei diversi territori. Sono questi alcuni degli obiettivi alla base del Consiglio dei delegati regionali di Federfarma Servizi, che settimana scorsa si è riunito. «Uno strumento di particolare importanza nelle strategie associative e che vorremmo fosse ulteriormente potenziato», ha fatto il punto a F-Online Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi. «La figura del delegato regionale, infatti, può assumere un ruolo proattivo sui territori di riferimento, proponendo servizi e iniziative, ma soprattutto aprire canali stabili di interlocuzione con i diversi attori, tra cui le Federfarma locali».

Dal Consiglio dei delegati regionali panoramica su servizi. Individuati modelli esportabili
«Il Consiglio dei delegati regionali», ha spiegato Mirone, «è stato un'occasione per fare una panoramica sulle intese e sulle iniziative in essere nelle varie Regioni, facendo un punto, in particolare, sugli Accordi Dpc - quelli rinnovati di recente e quelli in scadenza - e sui modelli messi in campo da alcune Regioni per l'attività di screening del Covid-19 tramite le farmacie, senza, tuttavia, tralasciare quei progetti che caratterizzano la farmacia dei servizi e in cui il ruolo e il supporto delle società di farmacisti è fondamentale».

Obiettivo alla base del confronto è stato, in particolare, quello di «condividere e mettere a sistema il patrimonio di conoscenze e di esperienze maturate nei vari territori, in modo da rendere disponibili a tutti idee e progetti esportabili. Le Linee guida previste dal Lazio nello screening per il Covid-19 in farmacia, per esempio, costituiscono una base comune e, per quanto ci riguarda, l'elenco di dispositivi validati a cui si appoggia la campagna - che riprende di fatto quanto fissato da ministero della Salute e Iss -, resta un punto di riferimento, indipendentemente dal territorio. Proprio nel confronto qualificato e nello scambio di informazioni emerge, quindi, il valore di tale istituto, così come il ruolo dell'associazione nel favorire relazioni e un confronto stabile».


Una figura fondamentale come promotore di nuove iniziative

In questa ottica, «è importante ribadire come la nostra associazione si sia strutturata attraverso una organizzazione che conferisce particolare importanza al ruolo del delegato regionale. Riteniamo, infatti, che chi conosce le realtà di riferimento debba farsi carico delle interlocuzioni a livello locale con i diversi attori. In questo senso, il ruolo dell'associazione non viene inteso come predominante rispetto alle situazioni locali, ma piuttosto di servizio e supporto a chi opera sul territorio».

Di rimando, «cruciale, in questa visione, è la responsabilizzazione di questa figura, che deve assumere sempre più una funzione proattiva e di stimolo rispetto al proprio territorio». Ecco allora che «avere a disposizione un patrimonio condiviso di conoscenze, così come modelli rodati ed esportabili di servizio, può essere utile».


Le interlocuzioni con le Federfarma locali vanno potenziate per evitare criticità in progetti

C'è poi un altro aspetto da sottolineare: «Anche a livello locale, a essere deputate alla stipula di accordi con le istituzioni o le amministrazioni sono le rappresentanze delle farmacie. In questo quadro, il ruolo del delegato regionale diventa ancora più centrale, anche come promotore del dialogo e del confronto con tale componente. Si tratta di una interlocuzione quanto mai necessaria, che, se sviluppata, permetterebbe di ridurre le criticità che accordi e iniziative possono presentare. I delegati regionali, infatti, conoscono le difficoltà relative a logistica, approvvigionamento, gestione dei processi e, laddove c'è la possibilità di condividere tra farmacie e società di farmacisti il flusso relativo ai progetti, si riescono a prevenire quelle problematiche che possono minare il servizio, facendo funzionare meglio l'accordo. Non sempre, va detto, tale collaborazione è consolidata, ma credo che svilupparla in maniera sistematica vada nell'interesse di tutti. Il delegato regionale, in questa direzione, può avere anche la funzione di apertura di un canale di comunicazione stabile».