Vaccini antiflu, Tobia: contro carenza Aifa autorizzi i grossisti a importare

23/11/2020


La disponibilità dei vaccini sul territorio vede una situazione a macchia di leopardo, con Regioni più virtuose, che sono riuscite a destinare alle farmacie, per i cittadini attivi, un numero di dosi maggiori di quanto inizialmente stabilito, e Regioni in cui risultano mancanti anche per la popolazione a rischio. Sul punto, la riflessione è aperta, ma «una soluzione potrebbe arrivare dall'autorizzazione da parte di Aifa all'importazione di vaccini - che sembrerebbero essere disponibili in altri Paesi Ue - attraverso il canale della distribuzione intermedia».

A lanciare l'appello, nel corso dell'evento organizzato da Utifar a FarmacistaPiù, dal titolo "Il farmacista e le vaccinazioni: L'Italia a confronto con l'Europa", è Roberto Tobia, segretario di Federfarma, che spiega: «Si tratterebbe di una soluzione in grado di venire incontro alle esigenze della fascia di popolazione attiva non ricompresa nelle campagne gratuite del Ssn e che rappresenterebbe un elemento di vantaggio in questo momento di crisi».

Da Tobia parte anche un appello per un ruolo più attivo della farmacia: «Sono 38 i Paesi nel mondo in cui le farmacie effettuano i vaccini antinfluenzali e 28 quelli in cui la somministrazione avviene tramite il farmacista. L'Italia, in questo ambito, è più indietro, con effetti che pesano sulla popolazione. Abbiamo un impianto normativo, quello della farmacia dei servizi, che, soprattutto in questa crisi, potrebbe venire in aiuto alle difficoltà del Ssn. E, in nome dell'obiettivo di un aumento della copertura vaccinale, credo che sarebbe opportuno valutare percorsi alternativi, dando la possibilità ai farmacisti di vaccinare. Percorsi che potrebbero essere facilitati proprio dallo stato di emergenza in cui ci troviamo e costituiti sulla base dei poteri straordinari che sono stati conferiti ad alcuni istituti nazionali. D'altra parte, proprio sul vaccino antinfluenzale i dati di tolleranza mostrano una situazione per nulla preoccupante: le reazioni degne di nota sono state pochissime, con manifestazioni di basso livello e comunque a giorni di distanza».

Anche per il vaccino anti Covid, continua, «andranno fatte alcune considerazioni, soprattutto alla luce del fatto che i medici si troveranno a dove vaccinare 18 milioni di italiani. La rete delle 19.000 farmacie, sostenute dalla distribuzione intermedia, può davvero dare un contributo, come già sta facendo sui test sierologici e antigenici. Abbiamo tutte le carte in regola per essere un terminale di prima istanza per la salute dei cittadini».

«È il momento», ha aggiunto Pierluigi Lopalco, ordinario di Igiene presso l'UniversitaÌ di Pisa e assessore alla Sanità della Puglia, «di pensare alla vaccinazione come a un atto sanitario che si può svolgere in setting assistenziali diversi dall'ambulatorio medico. La strategia di distribuzione e somministrazione dei vaccini attuata finora sta mostrando le sue imperfezioni: se vogliamo allargare la copertura vaccinale dobbiamo imprimere un cambiamento e, se è vero che il vaccino è un diritto di tutti, dobbiamo fare in modo che chiunque lo possa trovare sotto casa. La vaccinazione non può rimanere appannaggio di una articolazione del Ssn, ma è il momento di interessare attivamente rete delle farmacie, a qualunque livello».