Tamponi rapidi in farmacia, Mirone: pronti a mettere a disposizione strutture ed expertise
09/11/2020

Tamponi rapidi in farmacia: attività che porta valore, pronti a sostenere farmacisti
«Accogliamo con favore la proposta del Ministro e le dichiarazioni delle Regioni», afferma Mirone, «perché sono la dimostrazione, una volta di più, del riconoscimento dell'importanza della rete delle farmacie a vantaggio dell'assistenza sanitaria e del ruolo che, soprattutto in un momento di emergenza come l'attuale, il farmacista può ricoprire a sostegno della salute pubblica. Si tratta di un'attività che, al di là della specifica declinazione nella quale potrà essere sostanziata, aggiunge un ulteriore tassello al processo di riqualificazione professionale della nostra categoria. Per questo, in quanto società di farmacisti, diamo fin da ora la nostra totale disponibilità ad affiancare le farmacie in questo percorso, secondo le modalità che verranno definite e per quelle che saranno le necessità e le esigenze, così come già abbiamo fatto nel progetto relativo ai test sierologici in farmacia dell'Emilia-Romagna. In questa direzione, mettiamo a disposizione le nostre strutture e le nostre competenze per l'individuazione dei prodotti migliori sulla base di quelle che saranno le eventuali specifiche del Ministero e delle autorità sanitarie».
Preoccupa situazione vaccini contro influenza. Anche operatori in prima linea sono senza
Da Mirone, parte poi un appello: «Proprio in riferimento all'importante ruolo della distribuzione intermedia nel garantire l'accesso all'assistenza farmaceutica e nel sostenere la capillarità del servizio delle farmacie, non possiamo che esprimere preoccupazione in merito alla situazione dei vaccini contro l'influenza, carenti non solo per i cittadini, ma anche per le nostre aziende, che, in questo modo, non sono nelle condizioni di poter tutelare i propri operatori, quotidianamente in prima linea. A fronte di tali difficoltà di approvvigionamento, abbiamo già inviato una richiesta a Ministero della Salute e Regioni perché intervengano, in modo che le dosi eventualmente a disposizione delle aziende produttrici vengano prioritariamente destinate a quegli operatori dai quali dipende l'erogazione di un servizio considerato essenziale, come il nostro».