Carenze e indisponibilità farmaci, intervista doppia a Scaccabarozzi e Mirone
11/10/2016
A poco tempo di distanza le tensioni sembrano allentarsi in favore di una proficua collaborazione che vede come protagonisti non solo l'industria e la distribuzione ma tutti i rappresentanti della filiera del farmaco e le istituzioni: viene infatti sottoscritto un documento condiviso che dà omogeneità a livello nazionale all'applicazione dei regolamenti in materia, con lo scopo di contrastare i suddetti fenomeni. Cos'è cambiato e perché? A spiegarlo a F-online in un'intervista doppia sono i due protagonisti del dibattito di inizio estate.
Quali erano i timori e le motivazioni all'epoca del botta-risposta mediatico e cosa è cambiato oggi con la sottoscrizione di questo accordo? Cosa la preoccupava in particolare? Si può parlare oggi di maggiore tranquillità visto come si è evoluta la situazione?
Mirone: "Tutto è nato con l'autorizzazione a effettuare l'attività di distributore all'ingrosso troppo facilmente concessa alle farmacie, che per noi costituisce una delle principali cause delle distorsioni che si sono venute a creare. Nel frattempo l'industria riteneva di soddisfare il fabbisogno di medicinali interno, in realtà quello non era il fabbisogno interno ma era un fabbisogno gonfiato dal fatto che alcune farmacie con licenza da distributore, fornite anche direttamente dal produttore, provvedevano poi ad esportare i prodotti contribuendo a farli mancare nel mercato interno. Questa è stata per noi la principale preoccupazione. Ci siamo resi conto del fatto che a molti sfuggiva la gravità del fenomeno, in più essendo noi, società di farmacisti, distributori in senso puro e non effettuando alcuna attività di esportazione parallela subivamo anche un danno economico, c'erano le istanze dei nostri soci che volevano una soluzione al problema della reperibilità dalle proprie Cooperative. Da qui la nostra forte argomentazione nel coinvolgere tutti gli attori della filiera, nel creare questo tavolo tecnico che ha portato a risultati proficui: aver sottoscritto questo documento tutti insieme presso l'Aifa si traduce in maggior vigilanza e controllo su questo tipo di distorsioni.
Scaccabarozzi: "La nostra principale preoccupazione è quella di garantire la presenza dei farmaci sul territorio nazionale a tutela della salute dei pazienti. Il documento sull'indisponibilità firmato l'8 settembre dalla filiera e dalle Istituzioni, è il risultato di un lavoro di coordinamento delle leggi esistenti, che ha l'obiettivo di dare una lettura chiara e puntuale delle norme vigenti. Maggiore tranquillità? La redazione del documento è un buon inizio. Infatti nelle Regioni in cui è stato applicato il progetto pilota dell'Aifa, la situazione delle indisponibilità è migliorata sensibilmente. Altre Regioni stanno aderendo e speriamo che in breve tempo possa essere applicato su tutto il territorio nazionale".
Quali punti del documento hanno particolare rilevanza per Federfarma Servizi/Farmindustria e perché?
Mirone: "Il documento dell'Aifa chiarisce in maniera inequivocabile come devono essere gestiti i passaggi di merce tra farmacia e distributore all'ingrosso e come devono essere tracciati e per noi questo è il passaggio più importante. Vengono posti in maniera chiara dei limiti: chi si approvvigiona di un certo prodotto come farmacia lo deve destinare al consumatore finale, non lo deve destinare ad altro tipo di commercio. Noi ci siamo sempre battuti affinché venisse chiarito questo passaggio fondamentale e per questo siamo particolarmente soddisfatti. Troppo spesso nel passato accadeva il contrario con conseguente depauperamento del mercato"
Scaccabarozzi: "In primo luogo è stata messa a sistema la legislazione rispondendo così alle esigenze di chiarezza ed è stato definito in maniera precisa il ruolo di ciascun attore della filiera del farmaco, ad esempio esercizio della farmacia e attività di distribuzione all'ingrosso. Inoltre, nel documento vengono distinte in maniera chiara indisponibilità e carenze di medicinali. Le carenze possono dipendere da un problema non preventivabile della struttura produttiva, come la rottura di un macchinario, problemi di approvvigionamento della sostanza attiva, ecc. che può essere risolto in breve tempo attraverso un percorso regolamentato dall'Aifa. L'indisponibilità dei farmaci invece è un problema che colpisce tutti gli attori del sistema sanitario: pazienti, farmacisti, medici, industria farmaceutica comprese le Autorità. Come sottolineato nel documento Aifa si tratta di un fenomeno temporaneo che può dipendere da distorsioni della rete distributiva correlate ad attività di esportazione parallela, un'attività lecita, ma che deve svolgersi nel rispetto dell'obbligo di servizio pubblico. Nel nostro Paese il problema è particolarmente sentito dato che il prezzo dei farmaci è inferiore del 15/20% in media rispetto agli altri Paesi Ue. Per questo motivo si sono verificati fenomeni di indisponibilità dei medicinali, creando disagi ai cittadini. È importante sottolineare che nel documento viene affermato che le aziende farmaceutiche forniscono più di quanto consumato dal mercato interno, come accertato anche dalle autorità competenti, chiarendo questo punto che in prima battuta pareva controverso".
Sempre in merito al documento condiviso e al tavolo di lavoro istituito con le varie amministrazioni che hanno sottoscritto il documento, quali sono le questioni ancora aperte che andrebbero approfondite?
Mirone: "Come distributori intermedi siamo costantemente controllati da tutte le autorità, mentre le farmacie molto spesso ricevono l'autorizzazione a lavorare come distributore intermedio ma successivamente non sono sottoposte a controlli costanti nel tempo. Questo crea non pochi problemi e su questo si può fare ancora di più. Dal punto di vista tecnico abbiamo proposto in termini pratici quali dovrebbero essere i requisiti minimi affinché un qualsiasi soggetto possa effettuare distribuzione intermedia del farmaco e se questi parametri verranno rispettati anche dalle farmacie benissimo, ma parliamo di importanti investimenti, attrezzature, strumenti informatici e questo sarà sicuramente un forte deterrente per chi vuole solo effettuare esportazione parallela. Tutti i soci di Federfarma Servizi non effettuano esportazione parallela, noi abbiamo sempre interpretato il ruolo del distributore nel senso più puro e ci siamo sempre battuti affinché il ruolo della filiera tradizionale venisse salvaguardata e garantita, anche a tutela del ruolo che le farmacie devono svolgere a beneficio del cittadino, non del commercio".
Scaccabarozzi: "Sarebbe importante arrivare ad un'applicazione della normativa vigente a 360°, con la compilazione di una lista nazionale dei farmaci dichiarati indisponibili. La recente sottoscrizione del documento sull'indisponibilità dimostra la volontà delle Istituzioni e della filiera del farmaco di arginare il fenomeno, a tutela della salute dei pazienti. Rappresenta inoltre uno strumento valido per intensificare e facilitare i controlli da parte delle Regioni sugli operatori che non agiscono in maniera corretta e al tempo stesso per verificare il soddisfacimento e l'omogeneità sul territorio dei requisiti minimi che deve possedere chi opera nella distribuzione farmaceutica".
Qual è il ruolo di Federfarma Servizi/Farmindustria all'interno del tavolo di lavoro?
Mirone: "All'interno del tavolo di lavoro noi portiamo la voce e l'esperienza delle nostre aziende di distribuzione intermedia. Le informazioni fornite dalle nostre Aziende associate sono state fondamentali per permettere all'Aifa di definire i requisiti minimi che un distributore dovrebbe avere per poter lavorare correttamente, ad esempio in termini di superfici e assortimento farmaci. Tutti i parametri minimi richiesti a portare avanti in maniera ottimale l'attività di distributore intermedio sono stati definiti dall'Aifa a partire dai nostri dati. Dobbiamo insistere ancora in questa direzione a mio avviso".
Scaccabarozzi: "L'impegno di Farmindustria in questo settore parte da lontano. La nostra Associazione collabora da sempre ad una serie di progetti con Istituzioni e forze dell'ordine per ridurre al minimo ogni fenomeno distorsivo. E anche in questo tavolo Farmindustria cerca, in accordo con gli altri gli attori, di trovare ogni possibile soluzione per portare il medicinale "sotto casa" del paziente, a tutela della salute pubblica".