Covid-19, con fase 2 più tensioni su domanda di beni e dispositivi. Mirone: "Preoccupa tenuta del sistema"

20/04/2020


Se la Fase 2 vedrà un aumento degli spostamenti e una riapertura graduale di molte attività produttive, a preoccupare è la tenuta del comparto rispetto alla disponibilità di beni e dispositivi che hanno avuto - e ancora avranno - un ruolo nelle strategie di contenimento del contagio da Covid-19. Soprattutto «data la situazione di crisi vissuta fino ad ora», fa il punto a F-Online Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che sottolinea anche un altro nodo. «Per venire incontro alle difficoltà di approvvigionamento sono state adottate, sulle mascherine, deroghe per produttori e importatori, ma anche per le farmacie, con la possibilità di sconfezionare. Ma, a fronte di un allargamento delle maglie della normativa, rileviamo una situazione molto variabile nelle prassi ispettive, mentre credo che, proprio in vista della Fase 2, sia necessaria una semplificazione del quadro di riferimento, per consentire una risposta più efficace alle esigenze dei cittadini».

Carenze: verso normalizzazione su alcuni beni
Per quanto riguarda la situazione delle carenze, in particolare, «restano le criticità che abbiamo già segnalato. I beni interessati sono quelli che, di volta in volta, sono oggetto di una crescita rapida ed esponenziale della domanda. Su alcol, mascherine, disinfettanti e guanti si rileva ancora qualche difficoltà, anche se la situazione tende a normalizzarsi. Ma ci chiediamo che cosa succederà al comparto quando, con la Fase 2, aumenterà, nuovamente, il fabbisogno, per rispondere alle necessità delle aziende che potranno ripartire e dei cittadini che vedranno crescere, almeno in parte, la possibilità di spostarsi».

Da normativa deroghe per rispondere a domanda, ma troppa variabilità nei controlli
C'è poi una ulteriore problematica: «In queste settimane di emergenza, si sono susseguite normative che hanno cercato di venire incontro al fabbisogno di beni sanitari dei cittadini, ma, non sempre, tuttavia, hanno visto interpretazioni univoche e certe. Ben vengano i controlli sul territorio, che permettono di tutelare i cittadini, ma va segnalata una situazione di variabilità e, al contempo, di difficoltà su aspetti che non sempre sono stati chiariti all'origine e che, talvolta, sono marginali. Pensiamo per esempio allo sconfezionamento delle mascherine: nonostante l'intervento del Commissario straordinario che lo ha permesso, sono ancora molte le sanzioni comminate alle farmacie, a cui vengono contestate modalità operative in maniera differente. Credo che, proprio alla luce della Fase 2, occorra uno sforzo congiunto a livello istituzionale per definire comportamenti e limiti per la filiera che siano applicabili in maniera univoca e immediata e che, al contempo, permettano di rispondere appieno alle necessità del territorio e dei cittadini».

In Fase 2 assistenza territoriale potenziata. Serve rete integrata con farmacie
Resta da capire, infine, se le farmacie e le società e cooperative di farmacisti possano avere un ruolo nella Fase 2, che vede, tra le strategie sul tappeto, anche il potenziamento dell'assistenza e della presa in carico dei pazienti da parte del territorio. «Da parte della distribuzione intermedia sarà ancora più importante lo sforzo, che già oggi sta compiendo, per garantire forniture di prodotti di qualità certificata e a prezzi appropriati. Questo anche per permettere ai farmacisti di espletare al meglio la propria funzione, già oggi presente, di professionisti sanitari sul territorio». Ma c'è di più: «La farmacia, ancora più in questa emergenza, si è confermata una interfaccia sanitaria capillare e sempre disponibile, a cui cittadini si rivolgono prima che altrove. Laddove, almeno in certe Regioni, l'assistenza territoriale verrà rafforzata - non solo per la presa in carico dei pazienti, ma anche per intercettare sul nascere eventuali problematiche - credo che i farmacisti possano a maggior ragione dare un contributo. Ma, perché questo abbia effetti positivi per il Servizio sanitario, sarebbe necessario prevedere una rete integrata che comprenda a pieno titolo le farmacie. Gli strumenti informatici e operativi ci sono - pensiamo per esempio al Fascicolo sanitario elettronico - si tratterebbe ora di dare concretezza a progetti da tempo presenti nelle stesse normative sanitarie».