E-Order, da febbraio si parte con i Beni. Ecco la situazione tra grossisti e farmacie

11/02/2020


Conto alla rovescia per la partenza dell'obbligo di emissione e trasmissione elettronica di ordini attraverso il Nodo di smistamento ordini (Nso) - il sistema di gestione centralizzato che opera presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze - che, in questa prima fase, riguarda l'acquisto di beni, mentre per i servizi la nuova data è stata fissata al primo gennaio 2021. Come avevamo anticipato, la novità - stabilita dalla Legge Bilancio del 2018 e declinata dal decreto del Mef del 7 dicembre 2018 - riguarda gli ordini emessi dai soli enti del Ssn - Regioni, Asl, strutture ospedaliere, così come dai soggetti (anche privati) che ordinano per loro conto. Inizialmente, la partenza era stata fissata a ottobre, ma dal Tavolo tecnico - costituito da Ministero dell'economia e delle finanze, Dicastero della Salute, Agid, Anac, Agenzia delle entrate, e da rappresentanze delle regioni, degli enti del Ssn, di produttori e fornitori del Ssn e di aziende di servizi operanti con gli enti del Ssn - era arrivata la richiesta di un posticipo, per risolvere alcune criticità e mettere a punto l'operatività.

Le nuove date e il vincolo di pagabilità
Così, con il decreto del Ministero delle Finanze del 27 dicembre 2019 sono state indicate due nuove deadline: il primo febbraio vedrà l'avvio dell'obbligo per transazioni inerenti beni, mentre per i servizi la partenza è al primo gennaio 2021, anche se Enti e fornitori hanno comunque la possibilità di accordarsi e anticipare la decorrenza.
A ogni modo, si legge sul Decreto, a partire da questi momenti, «sulle fatture elettroniche andranno obbligatoriamente riportati gli estremi dei documenti» relativi all'ordine elettronico «secondo le modalità stabilite nelle regole tecniche». L'informazione è vincolante per la pagabilità della fattura, ma la buona notizia è che ci sono ancora 11 mesi di tempo prima che sia messa a rischio l'esecuzione dei pagamenti: infatti, è «a decorrere dal 1 gennaio 2021 per i beni e dal 1 gennaio 2022 per i servizi che gli enti del SSN e i soggetti che effettuano acquisti per conto dei predetti enti non possono dar corso alla liquidazione e successivo pagamento di fatture non conformi a quanto disposto».

Ma quanto sono pronti Enti e fornitori?
«Dai test che le aziende consorziate stanno conducendo, tra cui anche alcuni distributori intermedi» fa il punto Daniele Marazzi, Consigliere Delegato del Consorzio Dafne, coinvolto nel progetto, «non risultano particolari elementi di attenzione. Le criticità possono riguardare, per esempio, errori nella compilazione dei file, ma piano piano Enti e aziende si stanno mettendo in regola. Al momento, c'è solo la Regione Sardegna che non ha ancora effettuato test, quanto meno coinvolgendo aziende consorziate e attraverso il provider del Consorzio. Rispetto alla riunione del 25 settembre, in cui è stato deciso di posticipare la partenza di ottobre, la situazione è decisamente meno problematica e la sensazione è che la maggior parte degli Enti siano pronti a partire o comunque ben avviati».
D'altra parte «la maggiore preoccupazione riguardava il vincolo della pagabilità: se i fornitori avessero ricevuto ordini "alla vecchia maniera", via fax o simili, avrebbero dovuto necessariamente provvedere a trasmetterli a Nso per conto dell'Ente. Essendoci stato un rinvio al primo gennaio dell'anno prossimo del vincolo di pagabilità, di fatto ci sono 11 mesi di tempo per sistemare tutte queste situazioni».

I consigli per distributori e farmacie
In linea di massima, continua, «le farmacie, avendo volumi bassi di fatturazione, possono agevolmente appoggiarsi alla Pec per la ricezione e utilizzare i servizi di visualizzazione del file messi a disposizione dal Mef o da altre realtà, inserendo, poi, manualmente nella fattura le informazioni necessarie contenute nell'Ordine elettronico. In questo modo, non sarà necessario apportare modifiche ai gestionali. I grossisti, al contrario, che hanno volumi di fatturazione maggiori e si appoggiano a sistemi automatizzati e integrati, dovranno prevedere degli adeguamenti, anche se il periodo transitorio di 11 mesi a cui abbiamo fatto riferimento mette tutti tranquilli».