Distribuzione farmaceutica, Cavone: Italia ancora lontana da Europa per capacità aggregativa
18/11/2019
La distribuzione farmaceutica in Italia ha, da tempo, avviato un processo di concentrazione e assunto, sempre più, un ruolo importante nella capacità di offrire servizi alla farmacia e di rappresentare un centro di aggregazione, ma, rispetto all'Europa, il nostro Paese vede ancora un ritardo, che ci pone a distanza rispetto ad altre realtà. A fare la riflessione Francesco Cavone, Associate Director, Offering Innovation & Strategic Partnership Iqvia, nel suo intervento alla VI Convention annuale di Federfarma.Co e Federfarma Servizi dedicata al tema "Il futuro delle reti di farmacie indipendenti: opportunità nell'era dell'innovazione digitale", che si è tenuta il 16 e il 17 ottobre a Sorrento.
«Nel nostro Paese» ha spiegato, «ormai da tempo, sono in corso una serie di fenomeni che interessano la distribuzione farmaceutica e le farmacie, anche se, rispetto ad altre realtà Europee, tali processi sono ancora un po' indietro. In particolare, il trend di concentrazione che ha interessato la distribuzione intermedia vede, per l'Italia, i tre gruppi più grandi pesare per un 40% sul mercato totale, risetto ad altri Paesi dove questo valore è superiore. Se allarghiamo lo sguardo ai primi cinque gruppi, vediamo che la quota di mercato rappresentata nel complesso arriva al 56%, mentre per raggiungere l'80% dobbiamo comprendere i primi dieci soggetti. A fronte di una realtà distributiva che, nel complesso, è molto capillare e diffusa sul territorio, c'è ancora, al contempo, una elevata polverizzazione delle aziende, con distributori che in alcune aree geografiche hanno un peso molto importante, ma che si perdono su una visione di scala nazionale».
Per quanto riguarda, poi, la capacità di reazione alla crisi economica, «la risposta italiana, forse anche alla luce di questo andamento, è stata diversa da quella messa in campo da altri Paesi e si può dire che la distribuzione abbia perso quote, in linea di massima, pari a quanto ha perso il mercato nel complesso».
In generale, «va osservato che, anche nel nostro Paese, il distributore sta sempre più rivestendo un ruolo importante nell'offerta di servizi alla farmacia, sempre più diffusi e dinamici, e nella capacità di aggregare le farmacie sotto un network o anche una catena. Anche se va rilevato che poco è cambiato, in questa tendenza, a livello nazionale, rispetto a prima della Legge Concorrenza. Gli effetti, caso mai, soprattutto in termini di capacità di una catena o un network di penetrare, di drenare il mercato, da una prima analisi sui dati in nostro possesso, si colgono sullo specifico territorio di riferimento».
Questo, «tuttavia, ci permette di fare una riflessione: se faccio network e lo faccio bene, con una delega verso il centro che permette una capacità di acquisto maggiore e una erogazione di servizi, le potenzialità, le capacità di insistere sull'area di riferimento, con delle soluzioni diverse da quelle che oggi offrono le farmacie indipendenti, c'è».
Anche perché «non bisogna dimenticare che, dall'altra parte, c'è un paziente e un consumatore che chiede, oggi, servizi diversi, più tagliati sulla sua esigenza e in grado di avvicinarlo davvero alla farmacia».
In questo quadro rientra anche l'e-commerce, filo conduttore della Convention: «una esigenza reale, sentita dai cittadini, a cui è ormai necessario rispondere. Se non lo fa la farmacia, lo farà qualcun altro, ma i tempi sono ormai maturi».
Con un'ultima riflessione: «Se, a oggi, la Distribuzione risulta poco focalizzata sul mondo dell'online, nel momento in cui ha interesse ad associare, aggregare farmacie per fare network, credo sia opportuno che si metta in pancia un servizio di presenza sull'online, per avvicinare il consumatore al gruppo, consolidandone l'identità».