Centenario Confcooperative, Gardini: cifra delle cooperative è radicamento su territorio

24/06/2019


Il radicamento sul territorio, l'attenzione ai bisogni delle persone e delle comunità alle quali si rivolgono, ma anche l'impegno per un'economia diversa, basata sulle persone anziché esclusivamente sul profitto. Sono questi alcuni degli aspetti, secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, che contraddistinguono l'azione delle cooperative e che emergono nell'intervento per F-Online in occasione del centenario di Confcooperative.

Quelli appena trascorsi sono stati mesi intensi, durante i quali la nostra organizzazione ha vissuto momenti che entrano negli annali della sua storia per gli incontri con il Papa e il Presidente della Repubblica nell'ambito delle celebrazioni dei cent'anni dalla nostra costituzione. Un traguardo eccezionale che ci è servito per rivivere il cammino percorso in questo lungo secolo. Una storia che ci riempie di orgoglio, ma non si esaurisce in un traguardo raggiunto, ma diventa sprone per proiettarci, con ancora maggior impegno e convinzione, verso le nuove sfide che ci attendono.

L'intensa partecipazione dei cooperatori ha evidenziato un forte senso di appartenenza. Quel sentimento che unisce quanti si sentono fino in fondo protagonisti di una storia che è allo stesso tempo storia della cooperazione e storia del Paese, che, anche grazie alle nostre cooperative, ha conosciuto momenti di innovazione, economica e culturale, che hanno contribuito ad arricchire la nostra società. Penso, per esempio, alla straordinaria innovazione della cooperazione sociale, una spinta nata dal basso per rispondere ai bisogni di assistenza e di cura delle comunità, ancora prima che arrivasse una legge a regolamentarla. Così come oggi le cooperative di comunità che nascono nelle aree marginali del nostro Paese stanno contribuendo ad assicurare i servizi necessari alla vita dei territori a rischio abbandono o spopolamento, allo stesso modo i workers buyout, i casi delle aziende a rischio fallimento rilevate dai dipendenti che si costituiscono in cooperativa, sono riusciti in questi anni di forte crisi economica e industriale a restituire speranza e futuro ai lavoratori e alle loro famiglie.

Ed è proprio questo radicamento sul territorio, quest'attenzione ai bisogni delle persone e delle comunità alle quali si rivolgono che si contraddistingue l'azione delle cooperative. Che non delocalizzano, ma restano sul territorio, che sacrificano gli utili per tutelare l'occupazione, che hanno messo in campo strumenti all'avanguardia in tema di inclusione, di solidarietà, di valorizzazione delle diversità. Una capacità evidenziata anche da Papa Francesco quando, per la seconda volta negli ultimi 4 anni, 7mila cooperatori sono stati ricevuti in Vaticano in un'udienza in cui il Pontefice ha incoraggiato Confcooperative a proseguire nell'impegno per un'economia diversa, basata sulle persone anziché esclusivamente sul profitto.
Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha evidenziato come «la cooperazione contrasta l'erronea convinzione che la vita sociale ed economica si possa esaurire nella dicotomia statale e privata». Mattarella ha poi riconosciuto che «è fondamentale, nell'equilibrio del Paese, il ruolo dei corpi intermedi, quale pilastro portante della vita della Repubblica».

Valori, questi, che hanno caratterizzato le cooperative sin da subito, e che abbiamo avuto occasione di ricordare quando nel corso dell'assemblea per il centenario a maggio abbiamo premiato le 9 cooperative più antiche e ancora in attività per ciascun settore. Tutte nate a cavallo tra la fine dell'800 e i primi del '900, con l'obiettivo di dare risposte alle nuove necessità emergenti, offrendo servizi altrimenti difficilmente reperibili. Ed è proprio grazie alla capacità di saper coniugare i principi cooperativi della solidarietà e della mutualità con la qualità e l'innovazione che le nostre cooperative hanno saputo attraversare la storia, accompagnando il nostro Paese nel lungo e complesso percorso di trasformazione sociale, economico e culturale dell'ultimo secolo.

Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative