Presa in carico, Pinelli (Fiaso): farmacia può intercettare chi fuoriesce da percorsi specifici

17/12/2018


Il rapporto dei cittadini con il Servizio sanitario si differenzia fortemente a causa dell'incidenza di una serie di variabili: dalla territorialità dell'offerta alla condizione socio-economica, all'età delle persone. In questo quadro, più della metà degli italiani (54,7%) ritiene che lungo lo Stivale non ci siano per tutti le stesse opportunità di diagnosi e cure. I dati emergono dal 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese (2018), presentato settimana scorsa, e non fanno che confermare una Italia disomogenea sul fronte della risposta assistenziale, ma anche un'universalità del Servizio sanitario, giunto al suo 40esimo anniversario, che sembra essere non sempre presente. F-Online ha affrontato il tema con Nicola Pinelli, Direttore della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), con una riflessione che ha riguardato anche le farmacie.

«Una delle sfide principali del Ssn» ha spiegato «è quella della lotta alle diseguaglianze, che sono influenzate direttamente da aspetti di natura sociale, oltre che di offerta sanitaria. Letteratura e studi sviluppati negli anni sul tema ci dicono che fenomeni di deprivazione sociale sono collegati, in particolare, al reddito e al grado di istruzione, che, a loro volta, hanno ricadute su stili di vita, possibilità di accesso al servizio sanitario e livello di esito della risposta assistenziale. È chiaro che investimenti sul tema delle disuguaglianze in salute sarebbero auspicabili, anche in nome dei principi ispiratori del Ssn, che, in quanto universalistico, deve garantire equità nelle possibilità diagnostico-terapeutiche e di trattamento. In questo senso, una linea di intervento che andasse ad agire su eventuali sacche di mancato accesso al servizio sanitario nazionale o di fuoriuscita dai percorsi di presa in carico del paziente avrebbe il vantaggio di portare migliori risultati in termini di salute della popolazione e un minore rebound clinico, in particolare sul fronte ospedaliero. Le acuzie, non a caso, se non prese in carico e gestite possono trasformarsi in problemi ben più gravi».

Da questo punto di vista, continua, ecco che «la farmacia, intesa come presidio territoriale del Ssn, può essere utile nel favorire fenomeni di reclutamento, di monitoraggio, di informazione sanitaria ma anche di orientamento sui percorsi di accesso e di servizio che Asl o ospedale riservano a pazienti con determinate patologie. La farmacia, infatti, in quanto presidio di prossimità, ha la possibilità di intercettare anche quei pazienti che restano fuori dai percorsi assistenziali ed è in grado di inserirsi in progetti specifici di presa in carico e di aderenza alla terapia, entrambe problematiche di grande impatto nella cronicità o multimorbidità».