Sisma centro Italia, a due anni ancora difficoltà. D'Avella: territori spopolati e disagi per farmacie

05/11/2018


Sono passati due anni dal doppio sisma che ha colpito il centro Italia (in particolare Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), radendo al suolo interi Paesi. E, oggi, i segni di quei terribili eventi sono ancora tangibili, in una ricostruzione che sta andando a rilento e che «in certe zone, per certi paesi, non avverrà mai. Con territori privi della loro popolazione». Abbiamo fatto il punto con Pasquale D'Avella, presidente di Federfarma Marche, per capire in che condizioni, a oggi, stanno operando le farmacie per garantire il servizio ai cittadini. «Le farmacie continuano a lavorare in grandi difficoltà. Per qualcuno l'emergenza è passata, c'è chi è riuscito a tornare alla propria sede o a trovare posto in edifici stabili, mentre per molti questo non è ancora avvenuto».

Complessivamente «sono ancora troppe le farmacie che, a oggi, lavorano nei container, con tutte le difficoltà che questo comporta, per il magazzino o anche solo per tutti quei gesti semplici e quotidiani dell'attività. Stiamo parlando di 8-9 farmacie su 15 che erano state colpite». In tutto questo, c'è una ricostruzione che va a rilento o che non parte proprio. Ce lo raccontano le tante immagini diffuse dai quotidiani, nazionali e locali, proprio per ricordare la seconda scossa del 30 ottobre 2016. «Ci sono stati interventi regionali e statali ma la devastazione è tale che non hanno ottenuto l'effetto che ci si aspettava». Con territori che «con ogni probabilità non verranno mai ricostruiti». Piano piano, dove è possibile, dove la ricostruzione e le condizioni lo permettono, «qualcuno sta tornando. Ma sono soprattutto anziani. I giovani, che già in molti casi lavoravano fuori, sono portati a rimanere sul posto di lavoro». Con un ulteriore difficoltà per le farmacie: «Stiamo parlando di presidi che avevano, già in condizioni di normalità, un bacino di utenza da cinquecento a mille persone. E ora questi si sono ulteriormente ridotti. Con gravi difficoltà, logistiche e di sostenibilità».