Farmacisti-grossisti, Tavolo carenze al lavoro su proposta per rendere più chiara normativa

08/07/2018


Arrivare a un documento condiviso che contenga una proposta da presentare all'Ufficio Legislativo del Ministero della Salute, per rendere ancora più chiaro quanto prescritto dal D. Lgs. 219/2006 in merito al processo autorizzativo alla distribuzione e definire con maggiore certezza i requisiti del distributore. Potrebbe essere questo un percorso per fornire strumenti univoci utili ad identificare chi opera all'interno del servizio pubblico, dando risposta al bisogno di assistenza farmaceutica del paziente, e chi risponde a interessi commerciali personali, privando di fatto il territorio di farmaci necessari. È questa una delle linee di lavoro che Federfarma Servizi insieme a tutte le altre Associazioni di rappresentanza dell'intera filiera del farmaco, in collaborazione con AIFA, Ministero della Salute e Regioni sta portando avanti al Tavolo Tecnico sulle Indisponibilità, che si è riunito settimana scorsa. L'idea è di elaborare una sorta di proposta che vada a chiarire ulteriormente il D. Lgs. 219/2006 in modo da rendere univoco e non interpretabile il confine tra chi opera secondo le finalità del servizio pubblico e chi per altri fini personalistici. Il risultato auspicabile potrebbe essere quello di fornire alle autorità di controllo uno strumento utile per intervenire laddove ci sia un operatore che non rispetti il vincolo del servizio pubblico.

Sullo sfondo c'è il protocollo sulle carenze del 2016, firmato da tutti i partecipanti del Tavolo Tecnico, che aveva dato una lettura condivisa delle norme che regolano la distribuzione farmaceutica, sottolineando paletti, requisiti, ambiti entro cui la distribuzione del farmaco deve operare. D'altra parte, proprio nel Protocollo, nel capitolo dedicato alle Indisponibilità in farmacia, si legge come «tra i fattori da prendere in considerazione rispetto al fenomeno in esame, debbano essere inclusi gli effetti distorsivi determinati dall'attività di parallel trade di medicinali, effettuata da parte di alcuni operatori della supply chain, in accordo alla comunicazione della Commissione europea del 30/12/2003 COM (2003) 839, nonché eventuali episodi di contingentamento di forniture da parte dei Titolari AIC. Fermo restando che l'attività di parallel trade costituisce una regolare forma di mercato, è evidente, in un'ottica di tutela della salute del cittadino, che i soggetti legittimati ad espletarla devono, in virtù dell'autorizzazione come distributori di farmaci, garantire comunque in permanenza un assortimento di medicinali tale rispondere alle esigenze del territorio geograficamente determinato cui è preposto l'esercizio e provvedere all'evasione delle forniture richieste nei tempi previsti dalle norme vigenti».

I lavori sul tema sono in corso già da tempo, con un confronto all'interno del Tavolo Tecnico sull'Indisponibilità il cui prossimo incontro è già previsto subito dopo la pausa estiva. Si punta, quindi, ad arrivare a un documento condiviso da sottoporre e far valutare all'Ufficio legislativo del Ministero della Salute, nell'augurio che anche la neo Ministra Giulia Grillo manifesti sensibilità istituzionale nei confronti di una tematica molto delicata per il corretto svolgimento del servizio pubblico di distribuzione farmaceutica nel nostro Paese.