Distorsioni sul mercato, Mirone: industria e farmacisti non esenti da colpe
27/06/2016
Una recente puntata della trasmissione televisiva Ballarò ha fornito lo spunto per fare alcune riflessioni su un tema di estrema attualità, quello della carenza, ormai cronica, di alcuni farmaci, alcuni dei quali poco o per nulla sostituibili con analoghi equivalenti, dagli scaffali delle nostre Farmacie. Chi segue l'attività politica svolta da Federfarma Servizi sa che ormai da anni quella del contrasto alla irreperibilità dei farmaci distolti dal nostro mercato interno per essere destinati a più redditizi mercati esteri, è diventata una delle principali battaglie portate avanti dalla nostra Associazione, che più volte ha sollevato il problema ed ha chiesto e proposto soluzioni di diversa natura sia alle Istituzioni che agli altri attori della filiera coinvolti sulla questione.
Durante il dibattito, le colpe della mancata presenza di questi farmaci in Farmacia venivano attribuite ai Distributori, per questo ci corre l'obbligo di fornire qualche precisazione.
Le Aziende Associate a Federfarma Servizi, di proprietà di Titolari di Farmacia, riuniti sotto forma di Cooperative o sotto altra forma giuridica, pur essendo Distributori, NON svolgono attività di esportazione parallela tant'è che hanno fornito sotto la loro responsabilità dichiarazione in tal senso all'Aifa. E d'altro canto come sarebbe possibile per un qualsiasi Amministratore delle nostra Società distogliere farmaci destinati al primario fabbisogno dei propri Soci che, ricordiamolo sempre, sono clienti ma al tempo stesso proprietari delle nostre Aziende?
Conosciamo le esigenze televisive circa la brevità dei tempi di intervento, ma forse sarebbe stato più opportuno fornire informazioni più corrette anziché trovare un facile "capro espiatorio" per un problema che sappiamo avere varie concause, dalle quali nessuno deve ritenersi esente. Non può ritenersi esente l'Industria, che molto spesso, nell'allocare i quantitativi di certe referenze al mercato Italiano, pecca per difetto, privilegiando mercati esteri dove il prezzo è più alto, né possono ritenersi esenti certo quel numero sempre crescente di farmacie che, dal 2006 in poi con le famose lenzuolate di Bersani, dotandosi dell'autorizzazione al commercio all'ingrosso ha fatto razzia sul mercato interno di tali prodotti per destinarli al cosiddetto "parallel trade".
Riteniamo che, stante la gravità del fenomeno che ha assunto dimensioni insostenibili, più che cercare colpevoli si debbano trovare, e anche rapidamente, soluzioni. Più che giocare allo scarica- barile, insieme si individuino i correttivi che, a nostro avviso, sono di semplice realizzazione. La tracciabilità del farmaco, con gli attuali strumenti informatici, consente di controllare il percorso del farmaco dalla produzione sino al consumatore finale. La periodica verifica su tutti i soggetti in possesso di un'autorizzazione alla Distribuzione di farmaci permetterebbe di distinguere tra quanti realmente svolgono con serietà quell'attività e quanti usano quel titolo per altri fini che di certo non perseguono l'efficientamento del servizio farmaceutico. Per non parlare di quella che sarebbe la risposta definitiva, radicale al problema, rappresentata dal progressivo adeguamento del prezzo dei farmaci oggetto di esportazione alla media europea, con opportune forme di salvaguardia per le casse pubbliche, come il pay-back , che eliminerebbe a monte l'interesse ad esportare tali prodotti.
Insomma le soluzioni ci sono eccome, basta volerle facendo ognuno la propria parte e ben sapendo che l'immediato guadagno di chi specula oggi può pregiudicare, forse irreparabilmente, una filiera del farmaco che in Italia è sempre stata modello di efficienza e garanzia di salute del cittadino, e che sarebbe dovere di tutti salvaguardare e migliorare.
Antonello Mirone
Presidente Federfarma Servizi